lunedì 5 giugno 2017

Yoani farlocca


Di ritorno da Imperia leggo la posta, spedisco pacchi, m'incazzo come al solito con tanta gente strana, chi la vuole cotta, chi la vuole cruda, ma forse lo strano sono io. Tra tutte le cose strane, mi capita un avviso Google dove leggo che il giornalino farlocco di Yoani Sánchez esce in edicola a Cuba come settimanale. "Sonzogno o son desto?" avrebbe detto qualcuno... Cuba non era una dittatura dove non si poteva parlare? Ma la Sanchez può, pare. Mi vien fatto di pensare, così, en passant, ché io sono uno piccolo piccolo che conta proprio niente, che magari a me interessa davvero Cuba, in tutte le sue sfaccettature. Amo la cultura cubana, traduco Juana Borrero e Julian del Casal (Carneadi, chi sono costoro?), persino Félix Luis Viera e Virgilio Pinera, Heberto Padilla e Cabrera Infante. Altri, invece, pure molti cubanologi del cazzo di casa nostra - non faccio nomi - amano il giro economico che orbita attorno a Cuba. E fanno i soldi con Cuba. Bravi, "voi che siete capaci fate bene ad aver le tasche piene e non solo i coglioni...". Ah, L'Avana, mon amour, avrebbe detto Alejo, el amiguito mio Alejo.

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