mercoledì 21 giugno 2017

Virgilio e i Cuentos Frios


Virgilio Pinera - Cuentos Frios
Pag. 160 - Euro 15 - www.edizioniilfoglio.com
Traduzione di Gordiano Lupi

UN RACCONTO DI VIRGILIO

Il signor Ministro (1947)
 

Il Ministro è ormai un'altra persona. Una lieve gaffe commessa in circostanze ambigue ebbe la virtù di capovolgere l'esistenza del signor Ministro. Al punto, che è di rigore tra i personaggi del governo, il corpo diplomatico accreditato, l'alta burocrazia, dire, riferendosi alla brillante carriera del signor Ministro: prima della gaffe e dopo la gaffe... Ma veniamo ai fatti.

No, veniamo prima al Ministro. Preciso, elegante, glaciale, discreto, logico. Signore e bambini. Amici potenti; potente lui stesso. Soprattutto, sicuro; molto sicuro di se stesso. "No, niente può accadere. Dal luogo in cui mi trovo fino a dove la vista può spaziare c'è un determinato numero di metri". Sempre sicuro. Certe parole per una cosa e certe altre per un'altra... Non si può negare che di fronte a un uomo simile sia doveroso inchinarsi.

Una sera, alle cinque in punto, il Ministro esce dalla sua casa. Dobbiamo evidenziare questo fatto, all'apparenza innocente, perché la sua uscita di casa alle cinque non ha niente a che vedere, non assomiglia per niente a tutte le altre uscite che dalle loro case alla stessa ora compiranno milioni di persone. No, il Ministro ha la sua uscita. L'uscita della sicurezza.

Quindi, come mi sento sicuro a raccontare questa storia!

Il Ministro uscì... Quella sera aveva il consiglio dei Ministri. La sera splendida. La città piena di bambinaie e di carrelli dei gelati. La vita splendida. L'autista guida sicuro, va così, gira là, ora si piega un poco, un colpo di clacson, l'auto si ferma. Il severo palazzo delle riunioni. Sono le cinque e mezza.

La sicurezza precede il Ministro. Tenete presente che il Ministro cammina sopra un tappeto di sicurezza. Non può fare un passo falso - impossibile! -, né inciampare - assurdo! -, né cadere in un'imboscata - sparati! -, né ricevere una cattiva notizia, - follia! -. E cammina. E saluta. E fuma amabilmente. E si avvicina a ogni passo più sicuro. Oltrepassa corridoi, lascia alla spalle sale, si allontana da rumorose anticamere. Tutto termina nel suntuoso salone delle riunioni. No, perché immaginare, perché speculare, no, in un istante la sicurezza lo depositerà lì (tranquillo e inguantato).

Ora entra, ora si introduce tranquillo e inguantato, chiude la porta. La mia narrazione quanto è sicura! Deposita la sua cartella sopra un tavolo, lascia il soprabito sopra una sedia, mette una mano qui, l'altra là. Niente meno che le mani del signor Ministro! Possiamo solo dire che automaticamente tutto il luogo è rimasto coperto di sicurezza. E allora il Ministro lascia vagare lo sguardo con eleganza davvero commovente. 

Lo sguardo vaga, vaga... Una vaga farfallina. Improvvisamente smette di vagare - oh, com'è sicura la mia narrazione! -. Lo sguardo si meraviglia, il signor Ministro si meraviglia. Quel che lo sguardo ha visto non è, per fortuna, la grande cucina del palazzo delle riunioni? La cartella non è, forse sopra una tavola per tagliare carni? Il soprabito sopra uno sgabello? E questa mano non stringe, inconsapevolmente, però stringe, una patata, e quest'altra, più in là, non mette in disordine alcune posate? 

Il Ministro non può negare l'evidenza: si trova nella grande cucina. Per la sua testa scorrono mondi, abissi. La situazione è abbastanza critica. E non si può indietreggiare, uscire, tornare suoi propri passi, spiegare. No! Sempre avanti! Più tardi verranno le spiegazioni, le lamentele, le battute, i nuovi giorni. Ma adesso il signor Ministro è nella grande cucina, intrappolato nella cucina. Continuano a scorrere mondi per la sua testa. Questa mano si muove, si muove l'altra. Pare che la sicurezza si impadronisca nuovamente del signor Ministro. Che ora si vede indossare il grembiule; si nota con il cappello in testa; sguscia uova e le sbatte con grande vigore; aggiunge prosciutto; patatine ancora profumate di terra; cipolle, sedano, farina di grano, sale. Tutto eseguito passo dopo passo; senza fretta, senza confusione. La sicurezza si rafforza. L'atto di lanciare la frittata in aria è un trionfo della serenità sul terrore. Adesso un'enorme fonte dorata la riceve. Il signor Ministro prende la fonte tra le sue mani. Adesso esce dalla porta. La sicurezza, come al solito, lo precede. E cammina, e avanza, e un odore delizioso si espande. Il mio racconto scoppia di sicurezza! Il Ministro oltrepassa corridoi, lascia alla spalle sale, si allontana da rumorose anticamere. Ormai la strada si presenta intrisa di una luce agonizzante. Infine la porta maestosa del palazzo. Alcuni passi ancora e il signor Ministro la traspone. La verniciata luminosa attende; l'autista accanto alla portiera. Il signor Ministro si lascia cadere, tranquillo e inguantato sulla sedia. La limousine parte. la sera splendida. La città piena di bambinaie e di carrelli dei gelati. La vita splendida. L'autista guida sicuro, va così, gira là, ora si piega un poco, un colpo di clacson, l'auto si ferma. La casa del signor Ministro. Sono le sei e mezza.

Dio mio, come mi sento sicuro di fronte ai miei lettori! Sono ubriaco di sicurezza! Il signor Ministro esce. L’auto, la sera, l’autista, il palazzo, la porta. Lascia al suo passaggio sale, rumorose anticamere, corridoi pieni di cortigiani. E avanza, e accelera. E sempre avanti. Ed entra. E lascia vagare lo sguardo. E lo sguardo vaga, vaga...  e lascia la fonte sulla tavola per tagliare carni. Si scoppia con tanta sicurezza! Uova, prosciutto, patatine, sedano, sale, cipolle. La sicurezza asfissia i miei lettori! La frittata in aria. La fonte dorata. Ingressi, anticamere, sale, la sera agonizzante, la porta, la limousine, l’autista, i carrelli dei gelati, le bambinaie. La sicurezza esplode come una bomba a mano! E io non posso più impedire che il signor Ministro non possa fare altro.

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