martedì 14 giugno 2016

Aviso sobre cierta mujer


Aviso sobre cierta mujer

di Félix Luis Viera

 

Va por ahí, camina
por las aceras lentamente,
con la cabeza baja, o
si la lleva en alto
con la vista perdida.
Su tema preferido
serán las flores, que
según teorizará,
son más bonitas cuando se toman
subrepticiamente.
Regalará flor de todo tipo. Comparará
a los pinos
—por su altura y rectitud y también
por la firmeza alargada de sus hojas—
con la Verdad.
Dirá que la vida es poesía y que la
Poesía
es la vida. No
se las dará
de buena lectora, ni
de erudita, ni de capaz
de ejercer el ejercicio del criterio,
pero
vibrará con un poema
como la prima cuerda tocada por
Brower
y llorará de emoción al leerlo o escucharlo,
porque
su yo
su ser, toda su vida en ese
momento —así
más o menos dirá— se estremecen
como si en cada vena
le hubiera nacido una llama. A
tal punto
llegará su palpitar
que, tomando en cuenta
su autoproclamada limitación
intelectual
en contraste
con su eclosión inacabable ante
la contemplación de la belleza, fácilmente
podrá ser comparada con el gran
amor de Goethe, aquel
“pequeño ser natural”.
 
 

Y ya desnuda se verá
que es exacta
a esas mujeres de piel bronceada, senos
más bien pequeños y macizos y
enhiestos (y como si esto fuera poco,
hipersensibles), cintura,
estrecha, anchas
y simétricas caderas, nalgas igual, pubis
frondoso y oscuro como las noches
de las novelas de misterio, muslos
y piernas tan justos en su tono ascendente
que se parecen al uno dos tres. O sea,
exacta a ese tipo de mujer
tan descrito en los poemas eróticos
de los poetas latinos.
Y ya fornicando
se verá que es desaforada, pródiga
en beneficios sin dudas consecuencia
de una notable y candorosa imaginación.
Así que, tomando en cuenta
tanto crepitar de la carne
en espíritu tan
sensible, tan
hierático casi, tan dado
a los goces del alma, es fácil
concluir
que al fin se ha hallado
a la escasísima mujer pretendida
por miles de millones, ésa
donde
en una sola se mezclan
un alma de 4 000 kilómetros de altura
con la feroz y nobilísima pasión
de un sexo hipertelúrico, sexo
tan ingenuo
como el de un animalito que lo hace
sólo porque así debe ser.

Por pudor no digo su nombre. Baste
con estas señas.
Poetas y otros varones sensibles,
cuídense, hijitos.
 

 Marzo de 1986

 
Avvertimento riguardo a una certa donna
Traduzione di Gordiano Lupi 

Incede, cammina
lungo i marciapiedi lentamente,
a testa bassa, ma
quando la solleva
ha lo sguardo perso.
Il suo argomento preferito
sono i fiori, che 
          secondo la sua teoria,
sono più buoni quando si prendono 
         di nascosto.
Regalerà fiori di ogni tipo. Paragonerà
         i pini
- per la loro altezza, integrità e anche 
per la stabilità allungata delle loro foglie - 
        con la Verità.
Dirà che la vita è poesia e che la 
         Poesia
è la vita. Non 
si darà arie
da buona lettrice, né
da erudita, non dirà di avere
capacità critica, 
      ma
vibrerà con una poesia
come la prima corda toccata da 
         Brower
e piangerà d’emozione leggendolo o ascoltandolo,
        perché
        il suo io
il suo essere, tutta la sua vita in quel 
         momento - così
più o meno dirà - si commuovono 
come se da ogni vena
scaturisse una fiamma.  A
        tal punto
giungerà il suo palpitare 
che, considerando
i suoi autoproclamati limiti 
        intellettuali
       in contrasto
con la sua apertura inarrestabile davanti 
alla contemplazione della bellezza, facilmente
potrà essere paragonata  con il grande 
         amore di Goethe, quel
“piccolo essere naturale”. 
 

E ormai nuda si vedrà 
che è identica
a quelle donne con la pelle bronzea, seni
sicuramente piccoli, sodi e 
dritti (e come se fosse poco,
ipersensibili), vita
        stretta, larghi
e simmetrici fianchi, come le natiche, pube 
frondoso e oscuro come le notti
dei romanzi del mistero, cosce 
e gambe così perfette nel loro tono ascendente
da sembrare l’uno due tre . Quindi,
identica a quel tipo di donna
ben descritto nelle poesie erotiche 
          dei poeti latini. 
Nell’atto di fornicare
si mostrerà eccessiva, prodiga
in benefici senza dubbio conseguenza 
d’una notevole e candida immaginazione.
Così che, considerando
tanta passione della carne
          in uno spirito così
sensibile, così
ieratico quasi, così dedito
ai piaceri dell’anima, è facile
         concludere
che alla fine abbiamo incontrato 
il raro esemplare di donna bramato
da milioni di uomini, quella 
        dove
in un solo corpo si fondono
un’anima di 4.000 chilometri di altezza 
con la crudele e nobilissima passione 
d’un sesso iperattivo, un sesso
        così ingenuo
come quello di un animaletto che lo pratica  

solo perché così dev’essere.
 

Per pudore non dico il suo nome. Bastano
       questi indizi.
Poeti e altri maschi sensibili, 
abbiate cura di voi, figli miei.  

Marzo 1986

 De Poemas de amor y de olvido (1993) - Poesie d’amore e d’oblio

con  alcune lievi modifiche dall’originale

-         Libro che ho tradotto integrale -

venerdì 10 giugno 2016

Betocchi a Cosenza

Carlo Cipparrone
Betocchi, il vetturale di Cosenza e i poeti calabresi
Edizioni Orizzonti Meridionali - Pag. 132 – Euro 12

Carlo Betocchi

Carlo Cipparrone scrive un ispirato ricordo di Carlo Betocchi, poeta conosciuto nella sua Cosenza molti anni fa, quando lui era soltanto un aspirante poeta in cerca di consigli e cercava di entrare in sintonia con un grande autore della nostra letteratura. La parte più affascinante del libro vede la riproduzione de Il vetturale di Cosenza di Carlo Betocchi (contenuta ne L’estate di San Martino, Mondadori 1961), pubblicata su concessione della casa editrice milanese, che ripercorre le emozioni suscitate nel poeta il viaggio in terra calabrese. Altrettanto interessante Betocchi (e la comune strada), lirica ispirata e sentita composta da Cipparrone in ricordo del poeta e del loro incontro, che rievoca la nascita di un’amicizia e gli scambi epistolari, le confidenze, gli incentivi a continuare e a pubblicare liriche, ricevuti dal poeta. Il libro è corredato da lettere  e cartoline postali - non le fredde mail dei nostri giorni - che Betocchi e Cipparrone si sono scambiate nel corso degli anni, vero e proprio monumento alla disponibilità e all’altruismo di un uomo che non pensava soltanto alla sua arte ma trovava il tempo per leggere manoscritti e non mancava di dare consigli ai giovani poeti. 

Cosenza

Interessante la parte in cui Betocchi fa capire a Cipparrone che per scrivere poesia non è necessario aver compiuto studi classici, perché la lirica è soprattutto tecnica e - a suo parere -mestieri diversi possono coesistere. Betocchi porta se stesso come esempio, geometra impegnato nei cantieri, ma anche i colleghi Quasimodo, Lisi, Bargellini e gli ingegneri Gadda, Sinisgalli e Vittorini. Ne vien fuori un bel ritratto di Betocchi, sobrio nel mangiare, attento a curare la sua ulcera gastrica, prodigo di consigli, curioso mentre visita una terra sconosciuta e chiede di leggere autori promettenti. Carlo Cipparrone conclude un libro interessante con una breve antologia di poeti calabresi: Lorenzo Calogero, Nerio Nunziata, Ermelinda Oliva, Gilda Trisolini, Silvio Vetere. Un solo appunto. Non sarebbe stata di troppo una piccola antologia contenente i versi degli autori citati, perché del solo Nunziata possiamo leggere alcuni passi ispirati, mentre gli altri restano ingabbiati in una sterile biografia con elencazione di titoli. Sarà per la prossima edizione aggiornata.




Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

giovedì 9 giugno 2016

"Se van" di felix Luis Viera

Se van
di Felix Luis Viera
 

A Waldo Leyva

 

Cada vez que mira pasar una muchacha
piensa en otra muchacha conocida
que ya no es una muchacha;
hace toda una triste trama novelística
cada vez que mira pasar una muchacha.
Hay cabellos de muchacha y dientes y sonrisas a
a todo lo largo de esa última calle
(ya va por la última calle, es lo cierto);
los senos como naranjas de las muchachas que
pasan
y que se parecen a las otras que ya no son
muchachas
le entristecen el enfisema y la espina dorsal;
¿qué será de tantas muchachas en el mundo sin
nadie que las ame como él?;
es terrible, cae la lluvia, en la última calle,
sus ojos buscan la neblina de una carne perdida,
hace una triste trama novelística:
mira, como si se mirara lejos,
al amante de la muchacha que pasa y que no es él,
piensa en otra conocida
que ya no es lo que ésta, piensa
en tantas cosas
que no tienen nada que ver con la realidad que
va ocurriendo
en las piernas como lumbres de la muchacha
que pasa;
nunca imaginó que hubiera tantos misterios en
la última calle
o que tantos se pudieran inventar transitando por
ella,
cae la lluvia,
ésta pasa,
y también la otra,
ésta se va,
y también la otra;
se van.


Julio de 1989

Se ne vanno Traduzione di Gordiano Lupi
 

                                                       A Waldo Leyva 

Ogni volta che guarda passare una ragazza
pensa a un’altra ragazza conosciuta
che non è più una ragazza;
inventa una triste trama da romanzo
ogni volta che guarda passare una ragazza.
Ci sono capelli di ragazze, denti e sorrisi
  in ogni angolo di quest’ultima strada
(già percorre l’ultima strada, questo è certo);
i seni come arance delle ragazze che
   passano
e che assomigliano ad altre che più non sono 
    ragazze
gli rattristano l’enfisema e la spina dorsale;
che sarà di tante ragazze nel mondo senza  
    nessuno che le ami come lui?;
è terribile, cade la pioggia, nell’ultima strada,
i suoi occhi cercano la nebbiolina d’una carne perduta,
inventa una triste trama da romanzo:
guarda, come se guardasse lontano,
l’amante della ragazza che passa e che non è lui,
   pensa a un’altra conosciuta
che non è più questa, pensa
a tante cose
che non hanno nessun rapporto con la realtà che
   sta accadendo
nelle gambe come fuochi della ragazza
   che passa;
mai immaginò che ci fossero tanti misteri
   nell’ultima strada
o che tanti si potessero inventare
   percorrendola,
cade la pioggia,
questa passa,
e anche l’altra,
questa se ne va,
e anche l’altra;
se ne vanno. 

Luglio 1989

 da Y me han dolido los cuchillos (1991), che ho tradotto integralmente