venerdì 24 luglio 2015

Yoani, senti cosa fo’


 (parodia da E allora senti cosa fo’ di Stefano Rosso) 

Cuba grigia Cuba blu
ma intanto tu dove sei tu?
Se va avanti così puoi ammazzarti giovedì.

Tutto il giorno sto così pensando alle cazzate che dirai
la speranza è sempre lì… che tu non ne dica mai.

E mentre un fesso scrive, tu da che parte stai…
A dire il vero non l’ho capito mai.

Yoani senti cosa fo’, soddisfazione non ti do,
divento castrista, comunista o radicale
e quand’è carnevale sto sul Malecon

Sicuro che l’indipendenza non ce l’hai,
non ricordo manco da sei mesi dove stai.
A Miami, da Walesa e torni su, forse alla TV,
a Miami e torni su, ma non sei tornata più.

E mentre un fesso scrive tu da che parte stai…
A dire il vero non l’ho capito mai

Yoani senti cosa fo’, soddisfazione non ti do,
divento comunista, mi vesto trasandato
e quando a Cuba vado, a culo nudo sto.

Cuba grigia Cuba blu
ma intanto tu dove sei tu?
Se va avanti così puoi ammazzarti giovedì.
Porca zozza ma lo sai qui la stampa cosa fa?
Quando scrivo ride e fa: c’ha creduto quello là.

E tu.. tu brutta strega si può sapere con chi stai?
A dire il vero non l’ho capito mai…

E allora senti cosa fo’ soddisfazione non ti do
divento comunista, non pago più le tasse
e giuro mi cascasse se dopo non lo fo’.

Non siamo più bambini che credono alle novelle,
ma io con te ho creduto a tutte le tue balle …

(Parlato) 

Si va be’ … mo’ che faccio?
Traduco traduco che quella
lotta pe' la libertà de’ Cuba…
quella ‘n lotta manco pe’ la libertà sua …
Quasi quasi scrivo un romanzo,
mi metto in proprio!…
“Il romanzo è mio e me lo gestisco da me!”
Meno male che c’è la sessoautonomia
che è come i Blue Jeans … non passa mai de’ moda.


giovedì 23 luglio 2015

I miei libri estivi

Musica, calcio e Pasolini



Tre titoli interessanti accanto al mio ombrellone, spiaggia di Salivoli, zona Piombino, un mare proletario e post siderurgico che sarebbe piaciuto tanto a Pasolini. A tal proposito mi leggo Sergio Anelli (apprezzai molto una sua ricostruzione romanzata del delitto Pasolini) che esce per Aragno con Un amore trascorso (Euro 13 - pag. 150), ideando la singolare storia d’amore di due intellettuali sessantottini alle prese con testi inediti di Calvino, Pasolini e Grass. Ho apprezzato soprattutto il finto inedito pasoliniano, le conclusioni su un mondo dominato dal pensiero unico per produrre, comunicare e pensare, ma anche il tema del progresso ingannevole che annulla le classi sociali. Non meno interessanti i testi scritti a imitazione di Grass e Calvino, così come è ben costruita la storia dal finale pasoliniano che fa assaporare la caduta degli ideali e lo svanire di un amore. Bravo Anelli e bene Aragno, editore coraggioso che sceglie testi interessanti, controcorrente in un mercato pervaso da sfumature di grigio e altri indefinibili colori tendenti al marrone.


Se amate il calcio, consiglio Ho scoperto Del Piero di Alberto Facchinetti, storia romanzata del talent-scout Alberto Scaltamburro, edito da Edizioni inContropiede (Pag. 150 - Euro 15,50), un giovane editore che pubblica narrativa sportiva. In appendice c’è persino l’agendina manoscritta di Scaltamburro, mentre il libro è impreziosito da una prefazione del famoso calciatore che riconosce i meriti dello scopritore in un campetto di provincia. Sembra di rivedere Ultimo minuto di Pupi Avati.


Termino con Mario Bonanno che pubblica La musica è finita - Quello che resta della canzone d’autore (Pag. 240 – Euro 15) per Stampa Alternativa di Marcello Baraghini, una raccolta di interviste rilasciate nel tempo da alcuni cantautori italiani: Franco Battiato, Angelo Branduardi, Massimo Bubola, Mario Castelnuovo, Edoardo De Angelis, Eugenio Finardi, Mimmo Locasciulli, Claudio Lolli, Gianfranco Manfredi, Enrico Ruggeri e Roberto Vecchioni. Il lavoro contiene testi inediti sulla canzone d’autore, da Gaber a Jannacci, passando per Dalla e Venditti. Un’introduzione che condivido in pieno, come se l’avessi scritta, al punto di farmi sentire vicino Bonanno come un fratello spirituale. A canzoni non si faranno rivoluzioni, ma si fa poesia, o almeno un nuovo genere di letteratura, come dice Vecchioni, che non prescinde dalla musica, ma che non può fare a meno di parole poetiche. Pensiamo per un attimo a quel che era la canzone italiana prima dell’avvento dei cantautori: Mamma, Profumo e balocchi, Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte… Converrete che La guerra di Piero, La canzone di Marinella e Rimmel possono vantare testi di ben altro spessore. Bonanno tenta di spiegare il fenomeno e afferma - con grande sincerità - che a lui della musica interessa poco, quel che conta sono le parole. Controcorrente, chiaro. Ma condivido in pieno.

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi


giovedì 16 luglio 2015

Fiera del Libro di Rio Elba


DAL 29 al 31 LUGLIO, il comune di Rio nell'Elba ospiterà ELBABOOK, il primo festival isolano dell'editoria indipendente, per riscoprire l'Isola anche dal punto di vista dei costumi e delle tradizioni, incastonati tra mare e montagne. L'hashtag di questa prima edizione è #ElbaBookFestival e le foto in allegato sono state scattate ad hoc per essere utilizzate. Per qualsiasi informazione o approfondimento scrivete a direzione@elbabookfestival.com, a elbabookfestival@gmail.com. Facebook a Elbabookfestival.




Al via Elbabook, il primo festival isolano dell’editoria indipendente,
per dare ai libri e ai loro lettori un futuro più equo 

È quando scrivo che sono più vivo. Le parole sono belle,
le parole sono giuste, le parole sono vittoriose…
Herve Guibert

Se è vero che la lettura salva, o meglio, amplifica la vita, non si potrà mancare a Elbabook, il primo festival isolano dedicato all’editoria indipendente. ‘Isolano’, tuttavia, non significa ‘isolato’, bensì reattivo alle novità editoriali di qualsiasi genere, specialmente se curate; infatti la tradizione e la professionalità di un suggestivo borgo incastonato tra mare e montagne, Rio nell’Elba, accoglieranno sull’Isola che fu tanto amata da Hervé Guibert e da Michel Foucault chi vorrà unire i piaceri del corpo a quelli della mente, il relax all’approfondimento di una buona lettura. Elbabook è perfino il primo festival che segue gli spostamenti della gente, li segue oltre Tirreno, per le vacanze, specialmente in un periodo molto apprezzato dai turisti stranieri.


L’edizione 2015, che si svilupperà dal 29 al 31 luglio, è fuoriuscita dall’immaginazione di un piccolo ma impegnato editore digitale italo-francese, Meme Publisher, che ha sede tra Ferrara e Parigi, e che è riuscito ad aggiudicarsi il prezioso bando per dare corpo al progetto di riqualificazione turistica e artigianale di Rio nell’Elba. Così la direzione artistica di Marco Belli, sorretta da quella organizzativa di Roberta Bergamaschi e Andrea Lunghi, ha attecchito entusiasmante, dando origine a una tre giorni di incontri, tavole rotonde, concerti e presentazioni per portare alla ribalta le piccole e medie realtà editoriali, insieme alle piccole e medie istituzioni, e disegnare strategie per la loro valorizzazione, per la “bibliodiversità” e la tutela del lavoro. Tanto che la mappa conterà 24 marchi editoriali provenienti da tutta la Penisola, tra i quali Tunuè, Voland, Nottetempo, 66thand2nd, Uovonero, Saecula e Asino Edizioni. Il programma dettagliato, qui: http://www.elbabookfestival.com/


Tre giornate già degne di fiducia, avendo ricevuto il contributo di Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, main sponsor, nonché il patrocinio di Symbola, altisonante “Fondazione per le qualità italiane”, dell’Università per Stranieri di Siena, della Regione Toscana e della prestigiosa Fondazione “Elba”.
La Terrazza del Barcocaio, Piazza del Popolo, Il Bastione, il Teatro Garibaldi e Piazza Matteotti saranno le cornici naturalistiche del festival, sino al Passo della Pietà, il cui nome profondo rievoca l’ultima pubblicazione di Guibert, scomparso e sepolto proprio sull’Isola, simbolo di una cultura anticonformista e incompresa, che qui trovò un rifugio e che da qui potrebbe ripartire. Non si conteranno le contaminazioni, inoltre, tra spunti enogastronomici, offerti da AIS e Consorzio vini DOC, Birra dell’Elba e Slow Food, stravaganti colazioni in compagnia degli editori, sorprese inscenate dalla Libreria Stregata, spettacoli di giocoleria con i Metà e Mavà, e l’Amato Jazz Trio in concerto. Di maggiore concentrazione saranno le due tavole rotonde che scandiranno l’edizione zero: Digitale vs Cartaceo, alla quale parteciperanno Giulia Iannuzzi, Roberto Caso e Alberto Forni, e Grandi gruppi editoriali e grande distribuzione: misure a tutela dei piccoli editori, con Silvia Boano, Michelangelo Sebastiani e Giulio Milani.


I simboli di questa edizione dipendono dal flusso dell’acqua – sia fluviale sia marino – e al flusso di idee creative che hanno attraversato la parte est dell’Isola nei secoli scorsi. In primis, la bocca di Barabba, fonte di pietra bianca situata nel centro di Rio nell’Elba; poi il pittogramma del logo di Elbabook, che rappresenta una conchiglia fossile, un Nautilus stilizzato. L’essere marino sedimentato nella terra e riportato alla luce con operazione di scavo, coniuga alla perfezione i territori fisici e mentali di elezione elbani e, in particolare, del comune di Rio. Lo scavo e le cave del vicino parco minerario, già patrimonio dell’UNESCO, legano l’evento alla metafora dell’estrazione intellettuale, l’evidente lavoro editoriale che va a fondo in cerca della cultura. I colori, quindi, non possono che essere il Rosso ruggine, il Blu mediterraneo e il Grigio metallo. Passaggi di Storia di cui è rimasta traccia, nei cui riguardi è necessaria e utile una riscoperta: potenzialità sopite che, grazie alla capacità italiana di veicolare sia il sapere sia la bellezza, torneranno a risplendere.

martedì 7 luglio 2015

L’uomo del sorriso


 
Sono livornese, quindi spero di essere credibile se parlo bene di un giovane e intraprendente editore pisano come Marchetti, che decide di puntare sulla qualità - operazione controcorrente, con questi chiari di luna - e di sopperire alle lacune della grande editoria, dedita a spacciare il nulla usando supporti cartacei o digitali. I piccoli editori servono proprio a questo, quando sono onesti e fanno lavoro di scouting, senza badare solo alla situazione del loro estratto conto. Patrizia Poli aveva nel cassetto questo manoscritto inedito, segnalato al XXVI Premio Calvino, ma non riusciva a pubblicarlo per una serie di motivi, non ultimo la difficoltà di incontrare un editore deciso a puntare sulla qualità letteraria, senza porsi altri problemi.
Vediamo la storia, in estrema sintesi. Maria di Migdal non è soltanto la prostituta che gli uomini cercano e le donne fuggono, o la cestaia che intreccia foglie di palma per il mercato sul mar di Galilea; Maria è anche la donna che di notte, in silenzio, di nascosto, prega la dea Ashera, che la madre le ha insegnato a venerare. La Legge del Dio del Tempio non le piace, ma non le piacciono neanche le regole del Dio degli Esseni, sebbene la comunità nascosta nel deserto la affascini. Quando vede il suo amico Giovanni immergere nelle acque del Giordano il figlio di un falegname di Nazareth, Yeshua’ bar Yosef, stenta a credere che quel giovane genuflesso e rapito sia proprio colui che Giovanni attendeva come il messia. L’uomo del sorriso è la storia del loro incontro, di un sacrificio disumano solitario, di una decisione estrema che darà inizio alla voce di una resurrezione. Patrizia Poli rivisita con occhi da laica la storia di Gesù Cristo e al tempo stesso racconta l’esistenza di tanti altri personaggi: Maria di Nazareth, Giovanni (il discepolo più amato), Kefa, Bar Abba, Ponzio Pilato, Bar Kayafa, Yosef il falegname, Giuda Ish Karioth. Una rivisitazione laica ma  struggente della materia evangelica, uno studio sulla verità che uccide, sul perché della vita e della sofferenza, sulle domande che tutti ci poniamo senza ottenere risposta. L’uomo del sorriso è la storia di un amore assoluto, più forte della morte stessa. Romanzo storico, anche se l’autrice parla di opera di fantasia: “La razionalità mi ha fatto diventare atea - seppure mantenendo un certo anelito verso la trascendenza - ma le mie radici sono cristiane, sono cresciuta con un’educazione praticante e una nonna molto pia, sono andata a messa fino a diciotto anni. Riconosco al Gesù della tradizione cattolica un’aura mitica e favolosa irrinunciabile, e per tale motivo ogni anno faccio il presepe, con la grotta, la stella cometa, il bue e l’asinello, i Magi. Di queste figure piene di fascino mi premeva indagare le enormi potenzialità umane, emotive, ma anche favolose. Così ho scritto un’opera di fantasia, non un vero e proprio romanzo storico”. Patrizia Poli non ha scritto un romanzo ideologico, non aveva intenzione di negare la divinità di Cristo. Il suo interesse sta tutto nel lato umano della vicenda, da buona narratrice indaga le emozioni dei personaggi, i loro pensieri, le risposte agli eventi che li travolgono. L’uomo del sorriso non è altro che una grande storia d’amore. Leggetelo, non ve ne pentirete! 

 
Patrizia Poli
L’uomo del sorriso
Marchetti Editore - Euro 13 – Pag. 280