mercoledì 30 ottobre 2013

Rafael Alcides

Rafael Alcides

Carta a Ruben

Hijo mío,
harina, ternura
de mis ternuras,
ángel más leve que los ángeles:
desde hoy en adelante
eres el exiliado,
el que bajo otros cielos
organiza su cama y su mesa
donde puede,
el que en la alta noche
despierta asustado y presuroso
corre por la mañana
a buscar debajo de la puerta
la posible carta
que por un instante
le devuelva el barrio,
la calle, la casa
por donde pasaba la dicha como un río,
el perro, el gato,
el olor de los almuerzos del domingo,
todo lo bueno y eterno,
lo único eterno,
cuanto quedó perdido
allá atrás, muy lejos
cuando el avión como un pájaro triste
se fue diciendo adiós.
El que deambula y sueña
lejos de la patria, el extraño,
el tolerado -y, a veces,
con suerte, el protegido
al que se le regalan abrigos
y los zapatos que se iban a botar.
Pero nosotros,
nosotros los solos,
los tristes,
los luctuosos,
los que medio muertos
hemos visto partir el avión
Arique
-sin saber si volverá
ni si estaríamos entonces-,
nosotros, esos desventurados
que fuman y envejecen
y consumen barbitúricos,
esperando al cartero,
nosotros, ¿dónde,
adónde,
en qué patria estamos ahora?
¿La patria, lejos de lo que se ama…?
¿La patria, donde falta un cubierto a la mesa,
donde siempre sobra una cama…?
Dios y yo y el sinsonte
que cantaba en la ventana
lo sabemos, niño mío, que fuiste a dar tan lejos:
donde se vive entre paredones y cerrojos
también es el exilio, y así,
con anillos de diamantes
o martillo en la mano,
todos los de acá
somos exiliados. Todos.
Los que se fueron
y los que se quedaron.
Y no hay, no hay
palabras en la lengua
ni películas en el mundo
para hacer la acusación:
millones de seres mutilados
intercambiando besos, recuerdos y suspiros
por encima de la mar.
Telefonea,
hijo. Escribe.
Mándame una foto.

Rafael Alcides (Barrancas, Cuba, 1933). Escritor, poeta y periodista, comenzó su andadura literaria en la revista Ciclón. El poemario Agradecido como un perro (1983) es quizás la más conocida de sus obras, que consta de una extensa bibliografía. Considerado uno de los más importantes poetas cubanos contemporáneos es, sin embargo, uno de los menos publicados. Desde hace más de veinte años se apartó de la vida cultural cubana por voluntad propia. Desde entonces ningún libro suyo ha sido publicado en la isla.

Rafael Alcides

Lettera a Ruben

Figlio mio,
farina, tenerezza
delle mie tenerezze,
angelo più lieve di tutti gli angeli:
da ora in poi
sei l’esiliato,
colui che sotto altri cieli
organizza il suo letto e la sua tavola
dove può,
colui che a notte fonda
si sveglia spaventato e svelto
corre incontro al domani
a cercare sotto la porta
la possibile lettera
che per un istante
gli restituisca il quartiere,
la strada, la casa
dove scorreva la gioia come un fiume,
il cane, il gatto,
l’odore dei pranzi domenicali,
tutto il buono e l’eterno,
il solo eterno,
ciò che finì per perdersi
dietro di lui, molto lontano
quando l’aereo come un uccello triste
se ne andò dicendo addio.
Colui che vaga e sogna
lontano dalla patria, l’estraneo,
il tollerato - e, a volte,
per fortuna, il favorito
cui si regalano cappotti
e scarpe che si dovrebbero buttare.
Ma noi,
soltanto noi,
tristi,
demoralizzati,
noi che mezzi morti
abbiamo visto partire l’aereo
- senza sapere se tornerà
né se ci saremo ancora -,
noi, gli sventurati
che fumano, invecchiano
e consumano barbiturici,
aspettando il postino,
noi, dove,
dove,
in quale patria ci troviamo adesso?
La patria, lontani da quel che si ama…?
La patria, dove manca un coperto a tavola,
dove sempre avanza un letto…?
Io, Dio, e il passerotto
che cantava alla finestra
sappiamo, ragazzo mio, che sei dovuto andare così lontano:
dove si vive tra mura e catenacci 
un luogo chiamato esilio, e così, 
con anelli di diamanti 
o martello in mano,
tutti noi che siamo qua
siamo esiliati. Tutti.
Coloro che se ne sono andati 
e quelli che sono rimasti.
E non ci sono, non ci sono
parole nella lingua
né pellicole nel mondo 
per formare l’accusa:
milioni di esseri mutilati
che si scambiano baci, ricordi e sospiri 
al di sopra del mare. 
Telefona,
figlio. Scrivi.
Mandami una foto.

Rafael Alcides (Barrancas, Cuba, 1933). Scrittore, poeta e giornalista, ha cominciato la sua carriera letteraria nella rivista Ciclón. la raccolta di poesie Agradecido como un perro (1983) è forse la sua opera più nota, recensita e segnalata da molti critici. Alcides  è considerato uno dei più importanti poeti cubani contemporanei, ma è anche uno dei meno pubblicati. Da oltre vent’anni si è fatto da parte, allontanandosi volontariamente dalla vita culturale cubana. 

Traduzione di Gordiano Lupi

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