lunedì 31 dicembre 2012

Per conoscere Octavio Armand


Un poeta cubano in Venezuela

Octavio Armand

Octavio Armand (Monte Ávila, Guantanamo - Cuba, 1946), saggista e poeta, ha fondato e diretto la rivista Escandalar. Ha pubblicato, tra le altre, le raccolte di poesie Horizonte no es siempre lejania (1970), Entre testigos (1974), Piel menos mías (1976), Cosas pasan (1977). Altri titoli pubblicati in Venezuela: la seconda edizione di Como escribir con erizo (prima edizione, 1979), Origami (1987) e la traduzione di 20 poemas di Mark Strand. I saggi El pez volador e El aliento del dragon e la raccolta di poesie Son de ausencia (1999) sono stati pubblicati - sempre in Venezuela - dalla Casa de la Poesia J. A. Perez Bonalde. I critici venezuelani affermano che Octavio Armand orienta il suo lavoro letterario in una sorta di poetica della sconfitta di origine chiaramente autobiografica. Son de ausencia (La musica dell’assenza) è una raccolta poetica che amalgama tradizioni millenarie e modernità attraverso un linguaggio decantato da un puro senso di osservazione e meditazione sulla realtà contemporanea. Clinamen è un libro più maturo che scava nelle ferite della vita, ricerca proustianamente il tempo perduto, le occasioni lasciate ad aspettare, i ricordi d’infanzia, i fiori non colti e cerca di afferrare il senso della vita. Il poeta cerca se stesso nello specchio dell’esistenza, ma non vede la sua immagine riflessa, non vede il suo presente, non vede il suo futuro. La conclusione è montaliana: “Solo questo posso dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. Restano solo pugni di parole e tante pagine in bianco…

Presentazione di Clinamen

 
PICCOLA ANTOLOGIA DI TESTI TRADOTTI

Album
da Clinamen (Kalathos Editorial, 2011)


In questa pagina ho cinque o sei anni
ma la scrivo a sessanta.
C’è un cortile, ci sono dei giocattoli, un quaderno,
con disegni e grandi numeri.

Come in uno specchio vedo il volto
del bambino che cerco. So di essere io.
Lo chiamo fino a quando non mi guarda
fisso negli occhi, come

se in essi leggesse il suo nome
dipinto a grandi lettere.
Dopo sorride, si gira e se ne va

oltre mezzo secolo avanti.
O alle spalle. Un pugno di parole
la pagina in bianco.

Caracas, 23 febbraio 2007




Edvard Munch
da Clinamen (Kalathos Editorial, 2011)


Odo un grido.
È mio.
Mi fa disperare.
Mi tormenta.
Per farlo tacere, lo ripeto.
Lo friggo in olio freddo.
Lo dipingo, lo vendo, lo regalo.


Caracas, 26 marzo 2010

Autoritratto
da Clinamen (Kalathos Editorial, 2011)


Osservo cieco
in uno specchio
pure lui cieco
quel che fui
e quel che sarò.
Non mi riconosco.

Nell’acqua
che scorre
tra le mie dita
cerco quel che sono.
Non lo trovo.

Caracas, 10 maggio 2009

Dedica
da Clinamen (Kalathos Editorial, 2011)

Alla fiamma perché fugge verso l’alto;
all’ombra perché cade senza fare rumore;
alle donne che corpo a corpo
ho conosciuto in corpo e anima

e a quelle che mi hanno conosciuto
corpo a corpo in corpo e anima,
che forse non sono tante, o non sono le stesse;
alla spina che ferisce e al petalo che duole;

agli amici che hanno imparato ad amarmi
nonostante le lezioni, così difficili;
agli uccelli, messaggeri del cielo;

a te che leggi queste parole confidando
che vogliono dire ciò che dicono;
e a chi invano le scrive per fuggire

verso l’alto o cadere senza fare rumore.
Caracas, 3 maggio 2008


Ultima luce
da Clinamen (Kalathos Editorial, 2011)

Una formica
trascina i resti
della notte.

Nella sua corazza brillano,
millimetriche,
mille costellazioni.

L’aria è luce.

Tutto è luce.

Persino l’oscurità è luce.


Caracas, 1 dicembre 2009



Vano 4
da Son de ausencia (1999)


Arrivare alla fine
E perdersi sulla porta
Che tu stesso apri
E andare avanti

Bruciarsi con il sale del cammino
Persistere come una cicatrice
O un dio in cui nessuno crede
Parlare ed essere vento

Tacere ed essere pietra
Trovare un nome per ogni cosa
Ed essere solo nome

Inutile
Particella di abisso
E andare avanti


Caracas, 2 dicembre 1992


Autoritratto per strada
da Son de ausencia (1999)

Il tuo corpo,
solo,
nel freddo
della brezza.

Solo,
sul bordo
perfetto,
interminabile,
della brezza.

New York, 15 marzo 1987



Altra poesia
da Son de ausencia (1999)


Ritorno in una casa vuota.
Le stelle sono incollate al tetto
e ardono gli specchi.
Sento freddo nella mia ombra
un senso di lontananza
che morde le finestre.

Io vengo da un’aria migliore:
occhi che fremevano luna guardandomi
pelle che piaceva alla mia pelle.
E niente mi brucia:
lo stesso cielo è una parola che tu non leggi,
soltanto poche righe che non dicono niente.

18 settembre 1983

Ecce homo
da Son de ausencia (1999)

Ritiro quel che ho detto
Lo ripeto
Queste sono le mie parole
Questo sono io
Cielo straniero
Fumo

Caracas, 11 novembre 1991


Conchiglia
da Son de ausencia (1999)

Ti avvicini alla mia pelle
La mia pelle sogna
Balli nella mia lingua
La mia lingua canta
Ti denudi nel mio orecchio
Odo il fondo del mare.

Caracas, 13 febbraio 1995


Passero
da Son de ausencia (1999)

Se lo odi pigolare,
se vedi una macchia azzurra
in questo cielo,
ricorda Octavio,
che visse i suoi giorni senza moderazione,
e a Luis, suo padre, che fu buono.


Caracas, 2 luglio 1989


Traduzioni e commento di Gordiano Lupi

domenica 30 dicembre 2012

L’altro io (1976)

di Virgilio Piñera
da Un fogonazo (1987)


Quando il signor X compì cinquant’anni, decise, dopo averci pensato molto, di costruirsi un altro io. Non sarebbe stato l’alter ego che di solito usano gli scrittori nelle loro narrazioni, ma un’esatta riproduzione di se stesso. Tutto ciò era possibile grazie a due fattori: la tecnologia avanzata della sua epoca e il denaro.

Il signor X dovette solo prestarsi per diversi giorni alla copia fedele del suo corpo, contribuendo con i beni necessari.

Non stancherò il lettore con l’esposizione dettagliata della profonda complessità del procedimento di copiare il suo corpo. Basti sapere che, nel centro medico dove venne realizzato, riprodussero con tanta fedeltà gli organi del signor X, la pelle e il sangue, che non era possibile distinguere tra la copia e l’originale.

Visto che l’epoca era altamente scientifica e nessuno credeva più nei misteri, il signor X non si nascose: terminato il suo altro io, uscirono entrambi per strada, somiglianti come due gocce d’acqua. Nessuno avrebbe potuto distinguere tra X e la copia.

Devo chiarire che il signor X era cosciente del fatto che lui era X; e, al tempo stesso, il suo altro io era cosciente che era l’altro io di X. Come conseguenza, sorse una certa rivalità tra l’umano e il meccanico. Rivalità che riguardava solo il piano fisico. Erano uguali, ma il meccanico aveva la pretesa di essere “meglio rifinito” rispetto al signor X umano. Bastava guardare la sua pelle per avere una prova decisiva di tale assunto: tessuto perfetto, senza macchie o lentiggini, senza le “ingiurie del tempo” che a cinquant’anni gli uomini cominciano a vedere sulla loro pelle.

Le relazioni tra i due si complicavano, inoltre, perché il signor X sapeva che non sarebbe sopravvissuto a X meccanico, mentre X meccanico aveva la certezza di sopravvivere al signor X umano.

Il signor X, infastidito dalla perfezione del suo io meccanico, si consolava dicendo che, quando sarebbe morto, l’altro, in un certo modo, gli avrebbe permesso di continuare a vivere, ma in ogni caso era profondamente contrariato dal fatto che gli sarebbe sopravvissuto. Inoltre aveva notato che quando i suoi amici incontravano X meccanico - senza di lui -, elogiavano il suo aspetto smagliante, mentre, in assenza del meccanico, lo trovavano invecchiato e commentavano che sfioriva rapidamente. Pensava che le cose non si sarebbero aggiustate chiudendosi in casa e facendo uscire l’altro da solo, copia perfetta, ma in fin dei conti mera copia della sua persona, semplice prodotto dell’alta tecnologia. Si rallegrava di aver fatto attenzione a chiedere che lo dotassero delle sue stesse facoltà mentali. Sarebbe stato un inferno se la copia avesse avuto a disposizione un arsenale di intelligenza superiore al suo.

La crisi si verificò, tuttavia, durante il ricevimento dato dall’affascinante Elena, al quale presero parte il signor X umano e X meccanico. Tutti erano ormai abituati a tale presenza, perciò quando lo videro non si sorpresero. In realtà erano un solo individuo: quando il signor X umano si allontanava dal meccanico, o quest’ultimo dal primo, tutti sapevano che, anche se facevano conversazioni diverse, parlavano con la stessa persona. Al tempo stesso, se erano insieme, si rivolgevano, ora all’uno, ora all’altro, come se si trattasse di una sola entità. La tecnologia, permettendo queste dissociazioni, eliminava ogni stupore.

Accadde che nel corso della conversazione venne fuori il tema della morte. L’affascinante Elena, già avanti con gli anni, disse con un sospiro:

- Com’è triste morire quando si possiede tanto denaro, abbiamo tanti amici stupendi e tanto whiskey! - e fece un lungo lamento.

- Bene, Elena; dipende dalle opinioni - disse X meccanico -. Io, che sono il prodotto dell’alta tecnologia, non morirò mai. Sono stato fabbricato per l’eternità - guardò con gesto di sfida la concorrenza, infine il suo sguardo si riempì di commiserazione quando incontrò il signor X. Strascicando le parole, disse finalmente: - Mi spiace per lui. Gli resta poco da vivere.

Nella sala cadde un silenzio che non prometteva niente di buono. Elena batté le mani, e subito accorse un servitore con un vassoio pieno di bicchieri di whiskey.

- Beviamo amici! Qui la morte non ha niente da fare.

Ma il signor X umano pensava alla morte di X meccanico. Aveva appena deciso. Chiaro, non lo avrebbe fatto lui, non si sarebbe sporcato le mani. Per compiere quel lavoro c’erano i tecnologi. Un colpo rapido, e quell’orrore non gli sarebbe sopravvissuto. Avrebbe salvato, con tale soppressione, la stupenda dignità dell’uomo.

Prese un appuntamento con i tecnologi ed espose le sue intenzioni. Lo ascoltarono con quella freddezza spaventosa che caratterizza gli scienziati, infine conclusero:

- Non distruggeremo mai quel che abbiamo creato. Le nostre creazioni sono indistruttibili. Lei morirà; lui sopravvivrà, e con lui, in un certo modo, anche lei. Quando saranno passate diverse generazioni, nessuno ricorderà che lui è meccanico come nessuno ricorderà lei. Lui resterà nell’infinito procedere del tempo, sempre lo stesso, rappresentando lei con dignità e bellezza sovrumane.

Sconcertato, il signor X abbandonò l’ufficio. Si sentiva nelle mani della morte. Poteva accoglierla, era il suo destino, ma, in cambio, non poteva provocarla alla sola persona che odiava, a X meccanico, alter ego immortale, insopportabile e infallibile.

Alla fine, giunto il gran momento, il signor X, come tutti i mortali, era sul suo letto e stava per spirare. Prima che la morte arrivasse, mandò a chiamare X meccanico. Lui si presentò serio e silenzioso. Dal letto, il signor X disse:

- Ti supplico di sostituirmi. Per tutti, morirai come se fossi io. Prima, chiudimi nel bagno. Dopo che avranno verificato che tu sei il morto, togli il mio cadavere, lo metti nel letto e ti allontani. Al resto penseranno i miei servitori.

- Si scoprirà l’inganno - rispose l’altro -. Sai che sono immortale e indistruttibile. Pensaci bene. Non solo morirai; ti coprirai di ridicolo.

Ma il signor X non poteva più sentirlo.



Pochi giorni dopo la morte del signor X, un incidente coinvolse X meccanico. Una sostanza radioattiva macchiò la sua pelle di madreperla, rendendola simile a quella del signor X. Gli amici lo esaminarono con attenzione. Cominciarono a sospettare. Prima commentarono a bassa voce, poi in tono più alto, e, finalmente, tutti dissero pubblicamente che non era morto il signor X, ma X meccanico.

I tecnologi, sentendo una simile assurdità, ridevano in silenzio. Ma siccome la pubblica opinione è un’arma mortale, l’opinione privata dei tecnologi fu abolita dall’opinione universale. A X meccanico non restò altra soluzione che dichiararsi vinto: immortale era il signor X, secondo la pubblica opinione. Possiamo immaginare la gioia del signor X al pensiero che la radioattività si fosse trasformata in sua alleata.

Traduzione di Gordiano Lupi

sabato 29 dicembre 2012

Virgilio Piñera: due inediti

Un parto insospettato
di Virgilio Piñera - da El que vino a salvarme (1957)

 
Mia madre, che ha settant’anni, è stata chiamata con la massima urgenza da mio fratello minore. Mi sta accadendo qualcosa di singolare. Ho la testa incastrata tra i piedi. Ho fatto quanto umanamente possibile per liberarmi da una posizione così sgraziata. Per ore mi sono rigirato sul letto divincolandomi così tanto che ho finito per ruzzolare sul tappeto. Mio fratello ha sentito il rumore ed è subito accorso. Con voce soffocata, che uscendo dalla bocca finiva per morirmi dentro, gli ho detto di sciogliermi. Lui ha fatto i miei stessi tentativi: mi ha preso i piedi e ha cominciato a tirare forte. Vedendo che i suoi sforzi erano vani, ha abbandonato le mie estremità e ha cominciato a darsi da fare con la testa. Ma invano; è rimasta attaccata ai piedi come se fosse incollata.

Allora abbiamo chiamato il medico. Dovevamo cominciare dal medico. Il dottore ha fatto quattro o cinque giri intorno al misterioso intreccio. Ogni giro che faceva diventava sempre più pallido. Visto che non apriva bocca per fare una diagnosi, mio fratello l’ha preso per la giacca intimandogli di parlare.

Ed è così che ha parlato. Per questo mia madre è appena arrivata dal paese dove vive da almeno cinquant’anni. Pronta, coraggiosa, mi dice di avere pazienza, passandomi la mano sulla fronte ardente, assicurandomi che le mie sofferenze e la mia umiliazione stanno per finire. Nonostante sia molto stanca dopo lunghe ore di treno, incita il medico a cominciare prima possibile.

Alla fine sono di nuovo nel ventre di mia madre. Da lì posso sentire quel che dice ai miei amici: “Questo bambino avrà fortuna nella vita, comincia a dare calci molto presto… Del resto, bisognerà solo avere pazienza per nove mesi. Speriamo che sia un parto felice”.


L’interrogatorio (1945)
di Virgilio Piñera – da Un fogonazo


Come si chiama?
- Porfirio.
Chi sono i suoi genitori?
- Antonio e Margherita.
Dov’è nato?
- In America.
Quanti anni ha?
- Trentatre anni.
Scapolo o sposato?
- Scapolo.
Professione?
- Muratore.
Sa che è accusato di aver ucciso la figlia della sua padrona?
- Si, lo so.
Ha altro da dichiarare?
- Che sono innocente.
A quel punto il giudice guarda distrattamente l’accusato e gli dice:
- Lei non si chiama Porfirio; i suoi genitori non si chiamano Antonio e Margherita; lei non è nato in America; lei non ha trentatre anni; lei non è scapolo; lei non è muratore; lei non ha ucciso la figlia del suo padrone; lei non è innocente.
- Che cosa sono, allora? - chiede l’accusato.
E il giudice, che continua a guardarlo distrattamente, risponde:
- Un uomo che crede di chiamarsi Porfirio; che i suoi genitori si chiamano Antonio e Margherita; che è nato in America; che ha trentatre anni; che è scapolo; che è muratore; che ha ucciso la figlia della sua padrona; che è innocente.
- Però sono accusato - obietta il muratore -. Fino a quando i fatti non saranno provati rischio una condanna a morte.
- Questo non ha importa - risponde il giudice, sempre con la sua tipica indifferenza -. Quella stessa accusa non è forse inesistente come tutte le sue risposte all’interrogatorio? Come il medesimo interrogatorio?
- E la sentenza?
- Quando sarà emessa, per lei svanirà l’ultima opportunità di comprendere ogni cosa - dice il giudice; e la sua voce sembra uscire da un megafono.
- Quindi, sono condannato a morte? - piagnucola il muratore -. Giuro che sono innocente.
- No; lei è stato appena assolto. Ma vedo con infinito orrore che lei si chiama Porfirio; che i suoi genitori sono Antonio e Margherita; che è nato in America; che ha trentatre anni; che è scapolo; che è muratore; che è accusato di aver ucciso la figlia della sua padrona; che è innocente; che è stato assolto, e che, finalmente, lei è perduto.

Traduzioni di Gordiano Lupi

giovedì 27 dicembre 2012

Karla Suárez vince il Premio Carbet del Caribe

Karla Suárez premiata

Il prestigioso Premio Carbet del Caribe y de Todo el Mundo è stato assegnato alla scrittrice cubana Karla Suárez per il suo romanzo L’Avana anno zero, pubblicato da Métailié (Parigi, 2012). Il romanzo, già vincitore in agosto del Grand Prix des Iles du Ponant, si aggiudica un premio internazionale di grande prestigio, fondato 23 anni fa da Edouard Glissant, un intellettuale della martinica, e che ha visto vincitori opere di autori caraibici come Patrick Chamoiseau (primo premiato nel 1990 e oggi presidente di giuria), Dany Laferrière, Raphael Confiant, Renée Depestre, Maryse Condé, Jamaica Kincaid, Daniel Boukman e Gisèle Pinaud. Il premio è organizzato da Instituto de Todo el Mundo, in collaborazione con diverse istituzioni francesi e del Caribe, visto che viene assegnato ogni anno in un territorio diverso: Martinica, Guayana Francese, Ile-de-France, che comprende Parigi ed è la più grande comunità caraibica francese. Per la seconda edizione consecutiva si afferma un cubano: lo scorso anno toccò a L’uomo che amava i cani di Leonardo Padura Fuentes. Karla Suarez vince di nuovo, con voto unanime.

L’Avana anno zero è una cronaca realistica della vita avanera nel 1993, momento di grande crisi economica, sociale e politica, tre anni dopo la scomparsa del blocco socialista. I protagonisti sono cinque cubani, tutti più o meno sconvolti dal cambiamento della realtà cubana, che si impegnano nella ricerca di un documento che proverebbe che l’italiano Antonio Meucci è stato il vero inventore del telefono e che la scoperta sarebbe avvenuta proprio all’Avana, a metà del secolo XIX. Il fatto che Meucci inventò il telefono prima dell'americano Graham Bell è adesso una realtà storica riconosciuta. Il romanzo racconta l’appassionata e disgraziata vita di Meucci, messa in parallelo con le vite di questi cinque cubani che lottano per sopravvivere, sognano di riabilitare l’inventore del telefono e cercano di dare alle loro esistenze un destino migliore. L’Avana anno zero è un thriller umoristico affascinante, una commedia dalla struttura brillante e complessa che conferma Karla Suárez come una delle migliori scrittrici cubane contemporanee. Incredibile che questo romanzo scritto da una cubana residente in Portogallo sia uscito in francese e non abbia ancora un’edizione spagnola. In Italia, Karla Suárez è nota per aver pubblicato due buoni romanzi come Silenzi e La viaggiatrice, entrambi editi da Guanda.

Gordiano Lupi

mercoledì 26 dicembre 2012

Breve storia del cinema cubano 2


Principali titoli del cinema cubano

Fragola e cioccolato

Per molti sarà soltanto una sterile elencazione di titoli, ma può servire come guida per chi voglia cominciare a districarsi nelle maglie del cinema cubano post rivoluzionario.

Gli albori del cinema (1897 – 1936)

I principali lavori del periodo (molti sono documentari, indico solo se si trata di fiction): Simulacro de incendio (1897), El brujo desaparecido (1898), El parque del Palatino (1906), La Habana en agosto de 1906 (1906), Cine y azúcar, Un duello a orillas de Almendares (1907 - fiction), Un turista en La Habana (1907 - fiction), El cabildo de Ña Romualda (1908), Los festejos de la Caridad en la ciudad de Camagüey (1908), La leyenda del charco del güije (1909 - fiction), Criminal por obcecación (1910 – fiction), Juan José (1910 – fiction), El epilogo del Maine (1912), Manuel García o El Rey de los campos de Cuba (1913 - fiction), Riquezas de Cuba (1913), El capitán mambí o Libertadores y guerrilleros (1914 - fiction), La manigua o La mujer cubana (1915 - fiction), La pelea de Johnson y Willard (1915), Duelo como en París (1916 – fiction), La camisa del hombre feliz (1916 - fiction), Fin de año (1916 – fiction), El rescate del brigadier Sanguily (1916 – fiction), La careta social (1917 – fiction), La hija del policía o El poder de los ñañigos (1917 – fiction), El tabaquero de Cuba o El capital y el trabajo (1917 – fiction), Los apaches cubanos (1918 – fiction), La ley del timbre (1918 – fiction), Los matrimonios salvavidas (1918 – fiction), Quesitos de crema (1918 – fiction), La zafra o Sangre y azúcar (1919 – fiction), Acebal se saca el gordo (1919 - fiction), La brujería en acción (1919 – fiction), Dios existe (1920 – fiction), Entre flores (1920 – fiction), El genio del mal (1920 – fiction), Inexperencia (1920 – fiction), Realidad (1920 – fiction), El soldado Juan (1920 – fiction), El hábito no hace al monje (1020 – fiction), Frente a la vida (1921 – fiction), Alto al fuego (1921 – fiction), Ambición, oro y amor (1921 – fiction), Los apuros de Güerito (1921 – fiction), Aves de paso (1921 – fiction), La cosas de mi mujer (1921 – fiction), La insurreción de la carne (1921 – fiction), La maldita (1921 – fiction), Mamá Zenobia (1921 – fiction), La perla del mar (1921 – fiction), Arroyto (1922 – fiction), Casados de veras (1922 – fiction), Desdichas y recompensas (1922 – fiction), Entre col y col (1922 – fiction), ¿Por qué se casan las mujeres? (1922 – fiction), La parcela (1923, fiction), Al aire libre (1924 – fiction), Camagüey histórico y legendario (1924), Documental de la Cuba de tempos de Machado (1924), Entre dos amores (1925 – fiction), Intriga de amor (1925 – fiction), El amante enmascarado (1926 – fiction), Amor y arena (1926 – fiction), Cha-chez-cha (1926 – fiction), Casi varón (1926 – fiction), La chica del gato (1926 – fiction), El cobarde valeroso (1926 – fiction), El inocente (1926 – fiction), Con los ojos del alma (1927 - fiction), Justicia moral (1927 - fiction), El traficante (1928 – fiction), El alma güajira (1929 – fiction), Gustavo el calavera (1929 – fiction), El veneno de un beso (1929 – fiction), Conozca a Cuba (1929), Varona Suárez y el Baile de las Naciones (1930), La última jornada del Titán de Bronce o La Ruta de Maceo (1930), El caballero del mar (1930 – fiction), Una lección provechosa (1930 – fiction), La Virgen de la Caridad (1930 – fiction).

Memorie dal sottosviluppo

L’avvento del sonoro (1937 – 1958)

Le pellicole più importanti del periodo: La serpiente roja (1937 – fiction), Ahora seremos felices (1938 – fiction), El romance del palmar (1938 – fiction), Sucedió en La Habana (1938 – fiction), La canción del regreso (1939 – fiction), Cancionero cubano (1939 – fiction), Estampas habaneras (1939 – fiction), Mi tía de América (1939 – fiction), Prófugos (1939 – fiction), Siboney (1939 – fiction), La última melodía (1939 – fiction), El deshaucio (1940 – fiction), Manuel García, el Rey de los campos de Cuba (1940 –fiction), Cuba (1940 – fiction), Yo soy el héroe (1940 – fiction), Luna sin miel (1941 – fiction), La quinta columna (1941 – fiction), Romance musical (1941 – fiction), La que se murió de amor o La niña de Guatemala o Martí en Guatemala (1942 – fiction), Cosas de Cuba (1943 – fiction), Dos cubanos en la guerra (1943 – fiction), Fatasmas del Caribe (1943 – fiction), Ratón de velorio (1943 – fiction), Un desalojo campesino (1944 – fiction), Hitler soy yo (1944 – fiction), Embrujo antillano (1945 – fiction), Sed de amor (1945 – fiction), La tremenda corte (1945 – fiction), Garrido gaito (1947 – fiction), Levanta parejo (1947 – fiction), María la O (1947 – fiction), Oye esta canción (1947 – fiction), El paso de la jicotea (1947 – fiction), Piñero limosnero (1947 – fiction), ¡Qué clase de niños! (1947 – fiction), El robo del brillante (1947 – fiction), El ángel cído (1948 – fiction), Ecce homo (1948 – fiction), Hermanos siameses (1948 – fiction), El vigilante Chegoya (1948 – fiction), A La Habana me voy (1949 – fiction), Cecilia Valdés (1949 – fiction), Chicharito alcalde (1949 – fiction), El diablo fugitivo o La ley contra el crimen (1949 – fiction), Escuela de modelos (1949 – fiction), Una gitana en La Habana (1950 – fiction), Hotel de muchachas (1950 – fiction), Idolo de multitudes (1950 – fiction), Música, mujeres y piratas (1950 – fiction), Príncipe de contrabando (1950 – fiction), Qué suerte tiene el cubano (1950 – fiction), La rumba en televisión (1950 – fiction), Siete muertes a plazo fijo (1950 – fiction), Sin otro appellido (1950 – fiction), Cuando las mujeres mandano (1951 – fiction), Cuba canta y baila (1951 – fiction), Nudismo en el trópico o Bajo el cielo habanero (1951 – fiction), La renegada (1951 – fiction), Paraíso encontrado (1952 – fiction), Honor y gloria o La vida de un ídolo (1952 – fiction), Samson rifle en La Habana o Ladrón de seda (1952 – fiction), La única (1952 – fiction), Yo soy el hombre (1952 – fiction), Ángeles en la calle (1953 – fiction), Bella, la salvaje (1953 – fiction), Casta de roble (1953 – fiction), Hotel tropical (1953 – fiction), Martí, mentor de juventudes (1953 – fiction), Más fuerte que el amor (1953 – fiction), Los apatico de rosa (1953 – fiction), Un extraño en la escalera (1954 – fiction), Frente al pecador de ayer (1954 – fiction), Golpe de suerte (1954 – fiction), Misión al norte de Seúl o Cuando la tarde muere (1954 – fiction), Morir por vivir (1954 – fiction), La mujer que se vendió (1954 – fiction), La rosa blanca (1954 – fiction), sandra, la mujer de fuego (1954 – fiction), El sindicato del crimen o La antesala de la muerte (1954 – fiction), La fuerza de los humildes (1955 – fiction), Una gallega en La Habana (1955 – fiction), La mesera del café del puerto (1955 – fiction), El tesoro de la Isla de Pinos (1955 – fiction), Tres bárbaros en un jeep (1955 – fiction), El mégano (1955 – doc.), De espanda (1956 – fiction), No me olvides nunca (1956 – fiction), Tropicana (1956 – fiction), Yambaó (1956 – fiction), Y si ella volviera (1956 – fiction), El árbol de la fiebre (1957 – fiction), El farol en la ventana (1957 – fiction), Olé, Cuba (1957 – fiction), Cargamento blanco o Santo contra ombre infernales (1958 – fiction), Cerebro del mal o Santo contra cerebro del mal (1958 – fiction), Con el deseo en los dedos (1958 – fiction), ¡Qué mujer! O Una chica de Chicago (1958 – fiction), El señor Salomón y la Reina Cleopatra (1958 – fiction), Tahimí o la hija del pescador (1958 – fiction).

Lucia

I primi anni della Rivoluzione (1959 – 1969)

Le pellicole più importanti del periodo: Allá va eso (1959 – fiction), Aquí están los Villalobos o El regreso de los Villalobos (1959 – fiction), El beso del adiós (1959 – fiction), Mares de pasión (1959 – fiction), Soy un bicho (1959 – fiction), Surcos de libertad (1959 – fiction), Los tres Villalobos o La justicia de los Villalobos (1959 – fiction), La vida comienza ahora (1959 – fiction), La vuelta a Cuba en 80 minutos (1959 – fiction), Cuba baila (1960 – fiction), Historias de la Revolución (1960 – fiction), El joven rebelde (1961 – fiction), Realengo 18 (1961 – fiction), Cuba 58 (1962 – fiction), Las doce sillas (1962 – fiction), Historia de un ballet (Suite Yoruba) (1962 – doc.), Cumbite (1963 – fiction), En días como estos (1964 – fiction), La decisión (1964 – fiction), Tránsito (1964 – fiction), Un poco más de luz (1964 – fiction), Desarraigo (1965 – fiction), El robo (1965 – fiction), La salación (1965 – fiction), La muerte de un burócrata (1966 – fiction), Papeles son papeles (1966 – fiction), Aventuras de Juanquinquín (1967 – fiction), El bautizo (1967 – fiction), El huésped (1967 – fiction), Tulipa (1967 – fiction), La ausencia (1968 – fiction), La odisea del Generale José (1968 – fiction), Lucía (1968 – fiction), Memorias del subdesarrollo (1968 – fiction), La primera carga al machete (1969 – fiction).

Habanastation

Il periodo grigio (1970 – 1981)

Le pellicole più importanti del periodo: Los días del agua (1971 - fiction), Una pelea cubana contra los demonio (1971 – fiction), Páginas del diario de José Martí (1971 – fiction), Un día de novembre (1972 – fiction), El extraño caso de Rachel K (1973 – fiction), El hombre de Maisinicú (1973 – fiction), Ustedes tienen la palabra (1973 – fiction), El otro Francisco (1974 – fiction), De cierta manera (1974 – fiction), Cantata de Chile (1975 – fiction), Mella (1975 – fiction), Rancheador (1976 – fiction), La última cena (1976 – fiction), Patty Candela (1976 – fiction), El brigadista (1977 – fiction), Río Negro (1977 – fiction), Una mujer, un hombre, una ciudad (1978 – fiction), Los sobreviventes (1978 – fiction), Maluala (1979 – fiction), No hay sábado sin sol (1979 – fiction), Aquella larga noche (1979 – fiction), Retrato de Teresa (1979 – fiction), Son… o no son (1980 – fiction), Guardafronteras (1980 – fiction), Pedro cero porciento (1980 – doc.), Cayita, una leyenda (1980 – doc.), Vamos a caminar por casa (1980 - doc.), Madera (1980 – doc.), Con la misma pasión (1980 – doc.), La Gloria City (1980 – doc.), Llamada al sol (1980 – doc.), Rita (1980 – doc.), Leyenda (1981 – fiction), Polvo Rojo (1981 – fiction), La importancia universal del hueco (1981 – doc.), Controversia (1981 – doc.), Así eres tú, mujer (1981 – doc.).

Suite Habana

Gli anni dello sviluppo e la commedia di costume (1982 – 1990)

Le pellicole più importanti del periodo: Cecilia (1982 - fiction), Techo de vidro (1982 – fiction), Patakin (¡quiere decir fabula!) (1982 – fiction), Nova Sinfonía (1982 – doc.), Jíbaro (1982 – doc.), Vaqueros de montaña (1982 – doc.), Una y otra vez (1982 – doc.), Fumando espero (1982 – doc.), Habana Vieja (1982 – doc.), Con amor (1982 – doc.), Crónica de una infamia (1982 – doc.), El corazón sobre la tierra (1982 – doc.), Los refugiados de la Cueva del Muerto (1983 – fiction), El señor Presidente (1983 – fiction), Tiempo de amar (1983 – fiction), Amada (1983 – fiction), Se permuta (1983 – fiction), Biografía de un carnaval (1983 – doc.), Cuatro mujeres, cuatro autores (1983 – doc.), Que levante la mano la guitarra (1983 – doc.), Con pura magia, satisfechos (1983 – doc.), Omara (1983 – doc.), La espera (1983 – doc.), Mujer ante el espejo (1983 – doc.), Hasta cierto punto (1983 – fiction), Los pajaros tirándole a la escopeta (1984 – fiction), Jíbaro (1984 – fiction), La segunda hora de Esteban Zayas (1984 – fiction), Habanera (1984 – fiction), La semilla escondida (1984 – doc.), Mamá se va a la guerra (1984 – DOC.), Estética (1984 – doc.), Imágenes en la memoria (1984 – doc.), Una vida para dos (1984 – doc.), Oración (1984 – doc.), Debajo de nuestros pies (1984 – doc.), El corazón sobre la tierra (1985 – fiction), De tal Pedro tal astilla (1985 – fiction), Como la vida misma (1985 – fiction), En tres y dos (1985 – fiction), Lejanía (1985 – fiction), Una novia para David (1985 – fiction), La soledad de los dioses (1985 – doc.), Vecinos (1985 – doc.), Cuando una mujer no duerme (1985 – doc.), Venir al mundo (1985 – doc.), Paisaje breve (1985 – doc.), Yo soy la canción que canto (1985 – doc.), Un poco de Consuelo (1986 – doc.), Otra mujer (1986 – fiction), Plácido (1986 – fiction), Capablanca (1986 – fiction), Baraguá (1986 – fiction), Un hombre de éxito (1986 – fiction), Dolly Back (1986 – fiction), Mientras el río pasa (1986 – doc.), Jau (1986 – doc.), En Guayabero, mamá… (me quieren dar) (1986 – doc.), Ella vendía coquitos (1986 – doc.), Visión de Amelia (1986 – doc.), Clandestinos (1987 – fiction), Amor en campo minado (1987 – fiction), Gallego (1987 – fiction), Hoy como ayer (1987 – fiction), Contodo el corazón (1987 – doc.), Chapucerías (1987 – doc.), No es tiempo de cigüeñas (1987 – doc.), Buscando a Chano Pozo (1987 – doc.), Kid Chocolate (1987 – doc.), El viaje más largo 81987 – doc.), Quietos… ¡Ya! (1987 – doc.), Vals de La Habana Vieja (1987 – fiction), Cartas del Parque (1987 – fiction), Plaff o Demasiado miedo a la vida (1987 – fiction), En el aire (1987 – fiction), El desayuno más caro del mundo (1987 – fiction), Un trabajo como otro cualquiera (1987 – doc.), Gimnasia rítmica (1987 – doc.), La última controversia (1987 – doc.), Raúl Martínez (1987 – doc.), Obataleo (1987 – doc.), Momentos de Tina (1987 – doc.), Tan solo con la guitarra (1987 – doc.), Bajo presión (1989 – fiction), La vida en rosa (1989 – fiction), La inútil muerte de mi socio Manolo (1989 – fiction), La Bella del Alhambra (1989 – fiction), Papeles secundarios (1989 – fiction), Venir al mundo (1989 – fiction), La soledad de la jefa de despacho (1989 – fiction), Historia de una Plaza (1989 – doc.), Hablas como si me conocieras (1989 – doc.), Yo soy Juana Bacallao (1989 – doc.), El sacerdote comandante (1989 – doc.), Un jardin en la Isla (1989 – doc.), Alicia en el pueblo de Maravillas (1990 – fiction), María Antonia (1990 – fiction), Hello Hemingway (1990 – fiction), Mujer transparente (1990 – fiction), Caravana (1990 – fiction), A Norman McLaren (1990 – doc.), Yo soy el punto cubano (1990 – doc.), El Fanguito (1990 – doc.), Un pedazo de mí (1990 – doc.), A mis cuatro abuelos (1990 – doc.).

La rivista Cinema Cubano edita da ICAIC

La fine del socialismo reale - Il cinema del periodo speciale (1991 – 1999)

Le pellicole più importanti del periodo: Adorables mentiras (1991 – fiction), Mascaró, el cazador americano (1991- fiction), Sueño tropical (1991- fiction), Hasta la Reina Isabel baila el danzón (1991 – doc.), El rey de la selva (1991 – doc.), Sueño tangos (1991 – doc.), Dónde está Casal (1991 - doc.), El cine y la memoria (1991 – doc.), Vidas paralelas (1992 – fiction), El siglo de las luces (1992 - fiction), Lourdes Medina (1992 – doc.), Las raíces de la salsa (1992 – doc.), Espiral (1992 – doc.), El plano (1993 – fiction), Regreso a la semilla (1992 – doc.), Fres y chocolate (1993 – fiction), Derecho de asilo (1994 – fiction), Reina y Rey (1994 – fiction), El elefante y la bicicleta (1994 – fiction), Atrapando espacios (1994 – doc.), Arte y desechos (1994 – doc.), La Virgen del Cobre (1994 – doc.), Motivaciones (1994 – doc.), Madagascar (1994 – fiction), La ola (1995 – fiction), Pon tu pensamento en mí (1995 – fiction), Guantanamera (1995 – fiction), Cien años de cine latinoamericano (1995 – doc.), Esther Borja (1995 – doc.), Cuerdas de mi ciudad (1995 – doc.), El cine y yo (1995 – doc.), José María (1996 – doc.), Gemas (1996 – doc.), Alicia, la danza siempre (1996 – doc.), Amor vertical (1997 – fiction), Kleines Tropicana (1997 – fiction), Misa Cubana (1997 – doc.), Ignacio Cervantes, un hombre (1997 – doc.), Y me gasto la vida (1997 – doc.), La vida es silbar (1998 – fiction), Los viajes de Lorca (1998 – doc.), Vida extra (1998 – doc.), Las profecías de Amanda (1999 – fiction), Un paraíso bajo las estrellas (1999 – fiction), Identidad (1999 – doc.), Eso habría que verlo, Compay (1999 – doc.).

Juan de los muertos

Tempi moderni (2000 – 2010)

Le pellicole più importanti del periodo: ¡Van Van empezó la fiesta! (2000 – doc.), Hacerse el sueco (2000 – fiction), Lista de espera (2000 – fiction), Leo Brouwer (2000 – doc.), Motos (2000 – fiction), Las sombras corrosivas de Fidelio Ponce aún (2000 – doc.), Bien dentro de mí (2000 – doc.), Estado de gracia (2000 – doc.), Al atardecer (2001 – fiction), Miradas (2001 – fiction), Nada (2001 – fiction), Miel para Oshun (2001), Las noches de Constantinopla (2001 - Fiction), Con todo mi amor, Rita (2001 – doc.), … De mi alma, recuerdos (2001 – doc.), Hasta que la muerte nos separe (2001 – doc.), Luis Carbonell (después de tanto tiempo) (2001 – doc.), No me voy a defender (2001 – doc.), Doble juego (2002 – fiction), Santa Camila de La Habana Vieja (2002 – fiction), El sueño y un día (2002 – fiction), Video de familia (2002 – fiction), Mujer, alma de maravilla (2002 – doc.), Secretos de la jungla (2002 – doc.), Mirame, mi amor (2002 – doc.), Son 43 (2002 – doc.), … porque vivir es un testimonio raro (2002 – doc.), Las manos y el ángel (2002 – doc.), Así como soy (2003 – doc.), Habana abierta (2003 – doc.), Roble de olor (2003 – fiction), Aunque estés lejos (2003 – fiction), Entre ciclones (2003 - fiction), Más vampiros en La Habana (2003 – fiction), Suite Habana (2003 – doc.), Dominó dominò (2003 – fiction), Dos miradas (2003 – doc.), Sara Gonzáles (2003 – doc.), Paloma de papel (2003 – doc.), Hormigas en la boca (2004 – fiction), tres veces dos (2004 – fiction), Sube y baja (2004 – doc.), Del Río, Zaida (2004 – doc.), Cuba: Caminos de Revolución (2004 – doc.), Perfecto amor equivocado (2004 – fiction), Viviendo al limite (2004 – doc.), Viva Cuba (2005 – fiction), Mi Caballero de París (2005 – fiction), Espectros (2005 – fiction), La memoria de los árboles (2005 – fiction), Santa Cecilia (2005 – fiction), Ivette (2005 – doc.), Montaña de luz (2005 – doc.), Donde no habita el olvido (2005 – doc.), LLegó el tresero (2005 – doc.), Barrio Cuba (2005 – fiction), Bailando Cha cha cha (2005 – fiction), El Benny (2006 – fiction), Fredie (2006 – fiction), Mañana (2006 – fiction), La pared (2006 – fiction), Viaje de un largo día hacia la noche (2006 – fiction), El Proceso: la historia no contada (2006 – doc.), De lado de la esperanza (2006 – doc.), El futuro es mi sueño (2006 – doc.), Mujeres de guerrilla (2006 – doc.), San Ernesto nace en La Higuera (2006 – doc.), Servando en tres tiempos (2006 – doc.), ¡Vampiros! (2006 – doc.), Páginas del diario de Mauricio (2006 – fiction), Monteros (2006 – doc.), A tempo (2006 – doc.), Camino al Edén (2007 – fiction), Poética gráfica insular (2007 – doc.), La edad de la peseta (2007 – fiction), Madrigal (2007 – fiction), Otra pelea cubana contro los demonios… y el mar (2007 – doc.), La noche de los inocientes (2007 – fiction), Memoria de la fiebre (2007 – doc.), Son para un sonero (2007 – doc.), Miranda regresa (2007 – fiction), Donde habita el corazón (2007 – doc.), Kangamba (2008 – fiction), El viajero inmóvil (2008 – fiction), A história va a ser contada de nuevo (2008 – doc.), Omertá (2008 – fiction), La dimensión de las calabra (2008 – doc.), Fuera de liga (2008 – doc.), Miguel Barnet: un animal de sueños (2008 – doc.), Él, ustedes, nosotros (2008 – doc.), Hombres sobre cubierta (2008 – doc.), Marcos Madrigal in crescendo (2008 – doc.), Cuerda y percusión (2008 – doc.), Personal Belongings (2008 – fiction), Nos queda su canción (2008 – doc.), Destinos (2008 – doc.), Volveré y seré millones (2008 – doc.), Bretón es un bebé (2008 – doc.), El charenton del Buen Día (2008 – doc.), Gibara, ciudad abierta (2008 – doc.), La Anunciación (2009 – fiction), Los dioses rotos (2009 – fiction), El premio flaco (2009 – fiction), Ciudad en rojo (2009 – fiction), El cuerno de la abundancia (2009 – fiction), Del amor y los muertos (2009 – doc.), Lisanka (2009 – fiction), Séptima estación (2009 – doc.), El despertar de un sueño (2009 – doc.), ¡Ay mi amor! (2009 – fiction), De la sabiduría (2009 – fiction), Pueblo a pueblo (2009 – doc.), Dentro de 50 años (2009 – doc.), Nunca será fácil la herejía (2009 – doc.), Salvador de Cojímar (2009 – doc.), Benny Moré; la voz entera del Son (2009 – doc.), José Martí: el ojo del canario (20010 – fiction), Los Noticieros ISAIC y sus voces (2010 – doc.), En el cuerpo equivocado (2010 – doc.), El más fuerte (2010 – fiction), Con dos que se quieran (2010 – doc.), Temperamento (2010 – doc.), Al día siguiente (2010 – fiction).

La ricerca di ferma al 2010. Mancano film importanti come Habanastation (2011), Juan de los muertos (2012), 7 Days in Havana (2012)...

martedì 25 dicembre 2012

Dodici più uno

di Yoani Sanchez


La cabala, il numero che non si menziona, la superstizione fatta di cifre, la calamità che potrebbe arrivare solo pronunciando cinque lettere (in spagnolo tredici si scrive trece, ndt). Ricordo che quando compii tredici anni a scuola circolavano molte battute sulla mia età. Quanti anni hai? Domandavano gli studenti delle classi superiori per prendersi gioco del mio turbamento mentre rispondevo. Dovevo replicare con un “dodici più uno” o con un “quindici meno due”, perché se pronunciavo quelle lettere maledette sarei stata sommersa da un’ondata di risate. Potevo ricevere persino uno schiaffo nel collo seguito da grido di Toccati! che ancora oggi non riesco a capire cosa significasse in quel contesto. E così sono cresciuta pensando che il tredici non solo portasse sfortuna, ma anche scherno, burla e oltraggio.

Quando andai a vivere con Reinaldo, pensai: “Che sollievo! Almeno vive al quattordicesimo piano e non a quello inferiore”. Immaginatevi se ogni volta che avessi detto il mio indirizzo mi avessero gridato quel sarcastico toccati! che aveva caratterizzato la mia adolescenza. Sarei diventata rossa come un peperone. Anni dopo, i medici prevedevano che mio figlio sarebbe nato il 13 agosto del 1995, ma - per fortuna - la natura anticipò il momento e ci liberò da quella “data oscura”. E così, arrangiandomi in un modo o nell’altro, qualche volta cercando di non pronunciare il numero, altre volte usando le somme e le differenze, ho evitato la cupa superstizione del “dieci più tre”. Molte altre persone si sono comportate nello stesso modo, a volte più per precauzione che per reale credenza nella sua cattiva influenza. Ma adesso ci attende una dura prova: l’anno 2013 che sta per cominciare.

Ho l’impressione che per i cubani i prossimi dodici mesi non saranno per niente casuali. Fin d’ora sono in grado di prevedere che saranno caratterizzati da momenti di cambiamento e da situazioni epocali. Il paese che conosciamo subirà una grande trasformazione, positiva ma in parte anche negativa; nuovi nomi calcheranno il palcoscenico nazionale e altri saranno scritti finalmente sul marmo di una lapide. Finirà un’era, per una volta dando ragione ai maya. Ma tutto questo dipende, in maniera quasi fondamentale, da come noi cittadini affronteremo le sfide che si presenteranno, da quanto saremo coscienti del fatto che stiamo vivendo un momento cruciale della nostra storia. Io mi sto già preparando e ripeto come un mantra: tredici, tredici, tredici, tredici, tredici…


 
* A tutti i miei amici, colleghi, blogger, giornalisti che vivono in ogni parte del mondo, lettori dei miei testi, commentatori che si sono impossessati di questo blog, traduttori che in maniera volontaria lo rendono fruibile in tante lingue, a coloro che con critiche appropriate e con polemiche pungenti mi hanno aiutato a migliorarmi come persona, a tutti loro, vadano i miei migliori auguri per le prossime feste e per un felice anno nuovo.


Traduzione di Gordiano Lupi

lunedì 24 dicembre 2012

Essenza e attributo

di Fernando Sorrentino

Il 25 luglio, calcando la lettera A, sentii una piccola verruca sul mignolo della mano sinistra. Il 27 mi sembrò decisamente più grande. Il 3 agosto riuscii, con l’aiuto di una lente d’ingrandimento, a vederne chiaramente la forma. Era una sorta di minuscolo elefante. L’elefante più piccolo del mondo, sì, ma era un elefante vero, anche nei suoi infimi lineamenti. L’estremità della sua codina lo teneva unito al mio dito. Così, era prigioniero del mio mignolo ma godeva comunque di libertà di movimenti, anche se i suoi spostamenti dipendevano totalmente dalla mia volontà.

Con orgoglio, timore, dubbi, lo mostrai ai miei amici. Ne rimasero schifati, dissero che non stava bene avere un elefante sul mignolo, mi consigliarono di consultare un dermatologo. Disattesi le loro parole, non consultai nessuno, ruppi i rapporti con loro, mi dedicai interamente a studiare l’evoluzione dell’elefante.

Verso la fine di agosto era già diventato un bell’elefantino grigio, lungo quanto il mio mignolo ma ben più grosso. Giocavo tutto il giorno con lui. A volte mi divertivo a dargli noia, a fargli il solletico, a insegnargli a fare le capriole e a saltare dei piccoli ostacoli come una scatoletta di fiammiferi, un temperamatite, una gomma da cancellare.

In quel periodo mi sembrò opportuno battezzarlo. Pensai a vari nomi stupidi e apparentemente degni, per tradizione, di un elefante: Dumbo, Yumbo, Jumbo... Alla fine preferii chiamarlo semplicemente Elefante.

Mi piaceva da morire dar da mangiare a Elefante. Spargevo sul tavolo briciole di pane, foglie di lattuga, pezzetti d’erba. E più in là, sull’orlo, un pezzetto di cioccolato. Elefante, allora, lottava per arrivare alla sua ghiottoneria. Ma se io tenevo la mano ferma Elefante non la poteva mai raggiungere. Potevo così affermare che Elefante non era che una parte, quella più debole, di me stesso.

Poco tempo dopo, quando Elefante aveva assunto le dimensioni di un topo, non potei più governarlo con tanta facilità. Il mio mignolo risultava troppo debole per resistere ai suoi slanci. Allora avevo ancora l’idea erronea che il fenomeno consistesse solo nella crescita di Elefante. Capii l’errore quando Elefante divenne grande quanto un agnello: quel giorno anch’io ero grande quanto un agnello.

Quella notte, e alcune altre, dormii prono con la mano sinistra fuori dal letto: sul pavimento, al mio fianco, dormiva Elefante. In seguito dovetti dormire sopra Elefante, prono, con la testa sulla sua anca, i piedi sul suo dorso. Quasi subito mi risultò sufficiente un frammento della sua anca. Successivamente solo la coda. Infine, l’estremità della coda, nella quale ero solo una piccola verruca, assolutamente impercettibile.

Allora temei di scomparire, di non essere più io, di essere solo un millimetro della coda di Elefante. Poi superai questa paura, recuperai l’appetito. Imparai a cibarmi di minuscole bricioline, di semi di scagliola, di fili d’erba, di insetti quasi microscopici.

Certo, così era prima. Ora ho ripreso a occupare uno spazio più degno nella coda di Elefante. Di sicuro sono ancora un qualcosa di aleatorio. Ma già riesco a impossessarmi di biscottini interi e a contemplare, invisibile, inattaccabile, i visitatori dello Zoo.

In questa fase del processo sono molto ottimista. So che Elefante ha iniziato a rimpicciolirsi. Perciò mi fanno pregustare un sentimento di superiorità i tranquilli visitatori che ci tirano ghiottonerie pensando di avere davanti a sé ovviamente solo Elefante, senza sospettare che lui non è che un attributo futuro dell’essenza latente che, rannicchiata, è ancora in agguato.


Traduzione di Alessandro Abate
(Da: En defensa propia, Buenos Aires, Editorial de Belgrano, 1982)

Fernando Sorrentino:

Alessandro Abate: