mercoledì 25 luglio 2012

“La Storia raccontata dalle donne? Più critica”

Alvaro Vargas Llosa, autore di Una Principessa tra due mondi (Ed. Anordest) traduzione di Raul Schenardi, afferma: “Esiste pochissimo materiale su questo personaggio” e spiega perché il nome e la vicenda di Francisca Pizarro sono rimasti nell’oblio.

intervista a Alvaro Vargas Llosa di Lara Ferrari (Giornale di Reggio)



Di Francisca Pizarro si erano perse le tracce storiche, perché nessuno si era preso la briga di raccontarne l’odissea. “Una principessatra due mondi. La meticcia di Pizarro” (Ed. Anordest) di Alvaro Vargas Llosa, traduzione di Raul Schenardi, è un importante romanzo storico che recupera la figura di Francisca, figlia del Conquistatore spagnolo e di una principessa Inca. Per la prima volta lo scrittore e giornalista, figlio del Premio Nobel Mario Vargas Llosa, riscatta dall’oblio la figlia meticcia di Pizarro. Il lettore si troverà immerso in un appassionante affresco della nascita del Nuovo Mondo visto attraverso gli occhi a mandorla di Francisca e agli avvenimenti capitali del Perú: l’uccisione del padre e le guerre per la successione, le lotte intestine fra i capi indigeni e l’arrivo degli inviati del re di Spagna. Costretta ad abbandonare per sempre la terra natia, si assegna di riscattare il nome e l’eredità del padre.

 Signor Vargas Llosa, Francisca è un personaggio trascurato dalla storia. Come è riuscito a "rintracciarla"?
Un amico mio mi prestò un libro della studiosa di storia Maria Rostworowski su Francisca Pizarro,
che è il miglior saggio storico scritto su di lei, anche se molto breve per la scarsezza di materiale
sulla sua vita. Mi interessò così tanto che iniziai a leggere tutto quello che potevo trovare, che non
è molto. Tutto ciò che esiste è citato nella bibliografia del mio libro. Mi sembrò che mancava
qualcosa che gli storici non potevano sapere: intuire cosa passava per la testa di Francisca nei grandi
momenti della sua vita. Ovviamente usai l’immaginazione. Non invenzioni ma interpretazioni del
perché fece quello che fece. È’ soggettivo, però non si può provare né smentire...

Che cosa emerge, di sconosciuto per i lettori, dal suo racconto narrato attraverso la voce di
Francisca?

E' una storia diversa da quella dei libri di scuola? I libri di scuola non parlano mai
di Francisca tranne qualche menzione come “la figlia del conquistatore”. Esiste pochissimo materiale
sulla sua vita infatti l’unica biografia completa che esiste è di una scrittrice peruviana, anche se
è più una monografia che una biografia. Pensai che per riempire questo vuoto fosse necessario
intuire ciò che non si poteva sapere oggetivamente. La mia interpretazione, per esempio, è che
quando Francisca va in Spagna e si sposa con suo zio Francisco Pizarro lo fa per lealtà a suo
padre, che vide morire quando lo assassinarono a Lima quando era molto piccola. E poi, verso la fine
della sua vita, la mia interpretazione del perché si sposi con un nobile lontano dalla famiglia
Pizarro e vada a Madrid a sperperare tutti i suoi risparmi, è che lo faccia per liberarsi dell’ombra dei
Pizarro.

Nei suoi occhi di peruviano, e anche negli occhi di Francisca, come vede lei la nascita del Nuovo Mondo e oggi, che cosa è diventato?
È uno dei più grandi fatti della stora dell’umanità. Fu traumatizzante e lo è ancora oggi. La  conclusione è che condusse il nostro emisfero nel mondo occidentale, però le istituzioni dei paesi colonizzati dalla Spagna e dal Portogallo in America Latina e nei Caraibi non sono ancora consolidate. Un’importante questione ancora irrisolta sono i meticci. Ciò che è stato fatto a riguardo
fino a oggi non è sufficiente. Di fatto ancora oggi esistono ferite aperte di chiara eredità  precolombiana in certe zone.


Invece, il Perù, il suo Paese, in che stato di salute versa oggi? Secondo lei, la Storia ha un debito verso il Perù?
Il Perù è uno dei paesi dell’America latina che va meglio. Ha una democrazia, anche se debole,
ma che si sta rinforzando poco a poco. L’economia sta facendo passi da gigante. Una parte della
popolazione non crede ancora nella democrazia ma il cammino è quello giusto. Si dice sempre che la Storia è raccontata dagli uomini. E' così, non le pare?

Lei con questo libro dà un contributo in senso contrario. Ed è un uomo. Che cosa sarebbe la Storia raccontata dalle donne?
Hanno raccontato la storia gli uomini perché alle donne non ne
è stata data l’opportunità. Se la raccontassero le donne sarebbe diversa perché volente o nolente
la storia che prevale è sempre quella dei vincitori e dei potenti. Supponendo che la storia che ci
racconterebbero le donne sia la stessa che quella che ci hanno raccontato gli uomini, sarebbe
senz’altro più ironica, più intuitiva, più attenta alla psicologia che sta dietro ai fatti, più critica rispetto
alla violenza e allo Stato. Mi piace pensare che sarebbe così.

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