giovedì 15 marzo 2012

Il vescovo Aranguren scaccia i dissidenti dalla Cattedrale di Holguín


Il vescovo Emilio Aranguren ha diretto personalmente lo sgombro di 18 oppositori, che martedì avevano occupato la Cattedrale San Isidoro di Holguín per chiedere “libertà per il popolo cubano”.
"Io stavo dettando un articolo al telefono e il vescovo mi ha aggredito per togliermi il cellulare di mano”, ha detto il dissidente Robiel Cruz Campo, uno degli occupanti della cattedrale.
In altre città cubane si sono verificate simili proteste, classificate da un comunicato della Chiesa cattolica come “strategia preparata e coordinata” per “creare situazioni critiche in vista della visita di papa Benedetto XVI”.
"Come è possibile che ci caccino a spintoni dalla casa di Dio?”, si domanda il’oppositore dissidente. “Monsignor Aranguen si è comportato peggio di un poliziotto politico”, aggiunge la dissidente María Antonia Hidalgo.
I dissidenti sono rimasti chiusi nella chiesa per otto ore. Per tutto questo tempo, le autorità religiose hanno sospeso la diffusione di energia elettrica nella Cattedrale.
Tredici oppositori (tra di loro cinque donne) si trovano ancora nella Chiesa di Nuestra Señora de la Caridad, all’Avana, per chiedere pubblicamente aperture politiche sull’Isola ed esigere la fine della repressione.

Nella foto: Monsignor Emilio Aranguren, vescovo della Diocesi di Holguín. (ARGIA)

Gordiano Lupi

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