domenica 20 novembre 2011

Urne d’oltremare

di Yoani Sanchez
da www.lastampa.it/generaciony


Dopo cena sono rimasti al tavolo della sala da pranzo per compilare le schede. Lui nervoso, lei più decisa. Hanno fatto dei segni a forma di croce, a quattro mani, mentre i bambini giocavano sul divano. Quei documenti ricevuti nel Consolato spagnolo dell’Avana profumavano di nuovo, di vernice fresca sullo scudo composto da colonne e corone. Ma per i coniugi la vera novità era il fatto di poter scegliere in un elenco composto da vari partiti e di decidere tra diversi colori politici. Fino a poco tempo fa entrambi sorvegliavano le urne vestiti da pionieri, adesso che sono stati naturalizzati spagnoli hanno potuto esprimere il loro primo voto. Hanno afferrato la biro con una determinazione mai provata quando dovevano compilare una scheda nazionale, per dare una preferenza a candidati lontani, visto che non possono ancora farlo a casa loro.

Milioni di cubani non hanno mai ascoltato un programma politico dalla voce di un candidato al parlamento. Non hanno mai udito neppure un’opinione da parte di un politico su temi incandescenti come il dualismo monetario, il matrimonio gay o l’urgente riforma migratoria. Forse proprio questa frustrazione locale ha prodotto la serietà con cui 12.458 nostri compatrioti hanno chiesto di poter partecipare alle elezioni spagnole del 20 novembre. Protetti dalla “Legge dei nipoti” si esercitano oltre l’Atlantico a lasciare un’impronta in un’altra realtà, ben sapendo che il loro destino viene deciso da una ristretta cerchia di potenti. Si rendono conto che una presenza numericamente più consistente in queste elezioni potrà condizionare la composizione parlamentare e le alleanze. A Madrid, quando spunterà l’alba, vedremo se saranno lacrime o sorrisi.

Sorprende l’attenzione con cui la comunità ispanica dell’Isola ha seguito il processo elettorale spagnolo. Si percepisce tra i votanti che vivono a Cuba la chiara intenzione di condizionare la politica spagnola in maniera tale che questa, a sua volta, faccia accadere qualcosa in Piazza della Rivoluzione. La scheda inserita in questa “urna d’oltremare” sembra un grido per richiamare l’attenzione, un fazzoletto agitato dal naufragio. La stessa coppia che - sul suo tavolo avanero - ha messo un segno accanto al nome di un partito politico estero, si trova in questi giorni di fronte al dilemma se portare i figli verso “la madre patria” o lasciarli nel paese dove sono nati. Ci piaccia o meno tale dipendenza, oggi in Spagna si decide in parte anche il futuro di Cuba, di questa nazione che ostenta la sua sovranità mentre in realtà dipende da molti fattori esterni ai suoi confini.


Traduzione di Gordiano Lupi

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