mercoledì 7 settembre 2011

Valigia di legno di Yoani Sanchez


La mia era dipinta di azzurro, aveva un manico di metallo e cerniere rinforzate per impedire che mi derubassero. Era una valigia di legno, fedele compagna di tanti campeggi agricoli, che ho abbandonato, completamente distrutta, in un rifugio di Alquízar. Pensavo che non avrei più usato un simile oggetto, anche perché avevano proclamato la fine dei corsi liceali con esperienze lavorative in campagna. Sembrava che la bassa produttività e gli alti rischi avessero fatto desistere le autorità cubane dall’idea di continuare a spedire studenti adolescenti a lavorare in campagna. Ma lo spettro di quel bagaglio pesante e pieno di chiodi è tornato a confermarmi che nella nostra Cuba i tempi non sono cambiati.

È iniziato l’anno scolastico e la scuola di mio figlio brulica di alunni vestiti con le consuete uniformi azzurre. Abbracci, risate, alzabandiera a base di parole d’ordine tipo: “Lunga vita a Fidel e Raúl!” e diverse modifiche didattiche. Tra le migliori posso citare la riduzione del tempo delle cosiddette tele-classi, metodo educativo che tentava di sostituire il professore con uno schermo, un apparato video e un comando a distanza. Dopo anni di lamentele e di tristi incidenti è stato riconosciuto anche il fallimento dell’esperienza dei maestri emergenti. È il momento del pragmatismo, secondo quanto dichiarato dal Ministero dell’Educazione. “Finiamola con le improvvisazioni”, ammoniscono altri. Tra i molti inviti a eliminare le cose inutili, ho appreso con sorpresa che gli studenti del secondo anno di liceo tra appena una settimana andranno a frequentare la “scuola al campo”.

Mio figlio è felice, non lo nego. Immagina due settimane di divertimento, bevendo acqua dai fiumi, scorrazzando tra i solchi di piccole piante e scuriosando nei dintorni dell’ostello dove dormono le ragazze. Tuttavia, dal punto di vista della redditività, la permanenza degli studenti in un campeggio agricolo si tradurrà in una perdita economica per il paese. Per esperienza personale, so che, invece di promuovere la responsabilità lavorativa, questi esperimenti di studio-lavoro finiscono per incentivare la simulazione, atteggiamenti come: “sta arrivando il professore, piegati, facciamogli credere che stiamo togliendo le erbacce”. Inoltre esiste una certa preoccupazione per le possibili esplosioni di violenza tra gli ospiti: il vicedirettore della scuola ha intimato di non portare oggetti perforanti e taglienti, neppure un apriscatole. È stato chiarito che prima di venerdì i genitori dovranno consegnare il bagaglio con gli oggetti personali che i figli porteranno in campagna.

Pensare che ho gettato la mia vecchia valigia di legno, perché credevo che una simile assurdità fosse finita!


Traduzione di Gordiano Lupi

Nota del traduttore:

Corre una voce preoccupante su Twitter. Il reportage trasmesso l’altra sera su Cubavision per diffamare Yoani Sanchez e l’aggressione di Prensa Latina (e dei loro colleghi italiani ed europei) sulla cosiddetta “finta intervista a Obama”, farebbero parte di un piano governativo per procedere all’arresto della blogger. Stiamo a vedere...

Il blog di Yoani in Italia è solo su LA STAMPA WEB - www.lastampa.it/generaciony

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