giovedì 15 settembre 2011

È arrivato il momento della Primavera cubana?


La Primavera Araba sta coinvolgendo molti paesi alla ricerca di libertà, ma secondo alcuni commentatori anche Cuba potrebbe aggiungersi alla rivolta. Il giornalista statunitense Nick Miroff, corrispondente dall’Avana della rivista digitale Globalpost, sottolinea il fatto che alcuni attivisti antigovernativi abbiano dato vita a manifestazioni nella capitale e in diverse città orientali. Miroff si chiede se certe proteste messe in scena da piccoli gruppi di oppositori che gridano slogan contro i fratelli Castro, subito represse dalla polizia, saranno in grado di scatenare un autunno caldo sull’Isola. Il giornalista statunitense è ottimista: “Gli attivisti cubani mettono a dura prova la tolleranza di Raúl Castro di fronte alle proteste e Twitter potrà diffondere le opinioni antigovernative come è accaduto in Medio Oriente”.

Cuba è un paese con indice di connessione molto basso. Forse è proprio questo il motivo per cui sino a oggi i disordini e le proteste sono state limitate. Le autorità cubane sono preoccupate, come dimostrano le aggressioni nei confronti dei dissidenti per intimidire il resto della popolazione, perché non si unisca alle dimostrazioni pro democrazia. A Cuba non si raggiungono gli eccessi del mondo arabo, la polizia non si sogna neppure di sparare sui dissidenti, ma la Sicurezza di Stato coordina meeting di ripudio e aggressioni organizzate nei confronti dei cosiddetti controrivoluzionari. I cubani che protestano in pubblico vengono arrestati, anche se di solito vengono messi in libertà dopo poche ore. L’asfittica economia cubana è un altro elemento che può scatenare scontento popolare e reazioni simili a quelle del 1990, negli anni della crisi dopo la caduta del blocco socialista europeo. Internet per tutti è ancora un sogno, perché il cavo sottomarino tra Venezuela e Cuba, annunciato con clamore, che avrebbe dovuto ampliare la capacità di connessione è ancora lontano da diventare realtà. I dissidenti affermano che le autorità cubane hanno paura del cambiamento che può provocare il libero accesso a Internet della popolazione.

Una notizia giunta da poche ore induce a preoccupazione. Yoani Sánchez scrive sul suo spazio Twitter di trovarsi agli arresti domiciliari. La situazione può farsi preoccupante.


Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

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