Al querido Florit
A veces, el cuerpo parece
alma, más aún que la otra,
que lo abandona, altiva.
Hace,
como criada a su señora, todos
los trabajos más rudos. Oye
sólo lenguajes bastos. Sólo
como hadas, las lágrimas le hablan,
tocan la carne humilde —ellas,
casi carne también— bajan
—¿de dónde?— a consolarla.
Y
venidas del otro reino inmenso
a palparnos la cara, reconocen
el territorio de la sed: “amiga,
dicen, no llores, aquí estamos…”
(Le copio este sencillez sólo para que vea que lo recuerda y quiere,
Fina)
Al caro Florit
A volte, il corpo sembra
anima, più ancora di colei,
che l’abbandona, altezzosa.
Compie,
come serva verso la sua signora, tutti
i lavori più rudi. Ascolta
solo espressioni volgari. Solo
come le fate, le lacrime le parlano,
toccano la carne umile - anche
loro quasi carne - scendono
- da dove? - a consolarla.
E
venute dall’altro regno immenso
a sfiorarci il volto, riconoscono
il territorio della sete: “amica,
dicono, non piangere, siamo qui…”
(Le copio questa piccola cosa solo perché veda che lo ricordo sempre e che le voglio bene, Fina)
Traduzione di Gordiano Lupi
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