giovedì 7 ottobre 2010

Spontaneo

di Claudia Cadelo
http://octavocerco.blogspot.com/


Sono rimasta un po’ traumatizzata dopo le celebrazioni della festa dei CDR (Comitati di Difesa della Rivoluzione). Tra la discussione in autobus, il lavoro volontario svolto domenica dai miei vicini e il reggetón a tutto volume del 28 che è andato avanti fino alle una del mattino, mi sento ancora un po’ frastornata.
Domenica scorsa toccava il lavoro volontario. El Ciro (blogger cubano compagno di Claudia che gestisce El auditorio imbecil, ndt) e io non ne sapevamo niente, per questo motivo quando lui è uscito di casa con i cani e ha incontrato un vecchietto che tagliava con fatica l’erba del prato gli ha detto: “Amico, lascia fare a me che sono più giovane”. Mentre Ciro toglieva le erbacce dal quartiere si è avvicinato il responsabile del lavoro e gli ha detto: “Ascolta amico, smetti che ti ho già segnato”. Ciro ha alzato lo sguardo e si è reso non solo di aver preso parte al lavoro volontario, ma di essere stato l’unico ad aver lavorato davvero. Tutti gli altri si erano limitati a prendere un mattone e a spostarlo da destra a sinistra, per poi andare dal responsabile e dirgli: “Segnami nell’elenco”. Mi sono ricordata di quando si ruppe l’interruttore per accendere la luce delle scale e El Ciro (http://pornopararicardo.com) (iniziativa privata al cento per cento) lo cambiò senza dire niente a nessuno. Una vicina mi informò subito dopo che si stava organizzando una riunione per definire la strategia di riparazione, “la somma di denaro da versare per ogni appartamento, chi avrebbe dovuto cercare l’interruttore e infine chi si sarebbe incaricato di comprarlo”. Noi abbiamo saltato tutte le procedure.
Per la festa è stata la stessa cosa. Nel mio edificio, di solito sono l’unica che rimane sveglia dopo le dieci di sera. I miei poveri vicini questa volta hanno chiuso gli occhi ben quattro ore dopo, perché “si doveva celebrare” l’arrivo del 28 settembre. Passata la notte ho ascoltato un’innocente vicina chiedere perché non avevano fatto la festa al venerdì o al sabato. La poveretta non sa che si balla il giorno stabilito, si lavora il giorno stabilito e si vive come è stabilito.

Traduzione di Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

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